Un’emozione forte, fortissima, capace di accompagnare giorno dopo giorno l’impegno per chi è più fragile. La cooperativa La Meridiana di Monza è stata in visita da papa Francesco. Il presidente Roberto Mauri, con Rita Liprino, responsabile raccolta fondi e Luisa Sorrentino, coordinatrice della rivista Scriveresistere, si sono recati a Roma (venerdì 4 febbraio) su invito del presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, Arnoldo Mosca Mondadori per incontrare il pontefice. «Quando mi sono avvicinato a Papa Francesco per donare alcune copie della rivista Scriveresistere, il nostro magazine e i libri scritti dai nostri ospiti di SLAncio, Pippo Musso e Luigi Picheca– racconta Mauri –mi sono sentito avvolgere da una forte emozione. In quel momento è come se fossi “sparito” e lì, con me, c’erano i nostri anziani, i nostri ammalati, i familiari, gli operatori, i medici, gli infermieri. C’era tutta la sofferenza, la fatica, il nostro coraggio, il desiderio di fare del bene e di farlo bene. Al Papa ho presentato brevemente il nostro lavoro, le nostre gioie, gli sforzi quotidiani nell’accudire ammalati e anziani». E ancora: «Il Papa mi ha incaricato di portare la sua vicinanza e benedizione a tutti e di non dimenticare di pregare per lui. Ringraziamo di cuore Arnoldo Mosca Mondadori per l’amicizia e la condivisione di esperienze sempre importanti tra la sua Fondazione e la nostra Cooperativa». La Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti da anni offre ai detenuti la possibilità di un lavoro. Dalle mani dei carcerati nascono le ostie che saranno consacrate nelle chiese di tutto il mondo. Grazie alla Fondazione, inoltre, i detenuti sono impegnati in lavori artigianali. Alcuni di questi oggetti sono stati donati a Papa Francesco.
«È stata una giornata di intensa emozione– aggiunge Rita Liprino – ho abbracciato il Papa con le lacrime agli occhi. Avrei voluto che ci fossero tutti gli amici de La Meridiana. Sono convinta che la bellezza di questa indimenticabile giornata sia giunta a tutti loro attraverso la forza dell’amore. Ho portato nel mio cuore e donato al Papa gli ospiti, gli ammalati, i lavoratori delle strutture di La Meridiana, i donatori, sentimenti e desideri di amici e conoscenti».
«Succede qualcosa dentro che ha il potere di modificare la realtà -sottolinea Sorrentino ricordando il momento dell’incontro con il pontefice -. Mi spiego meglio. Finché non ho visto lo scatto fotografico che mi riprendeva mentre stringevo la mano al Papa avrei giurato di non averlo toccato perché non ho memoria di questo contatto. Ricordo invece che mi sono persa nei suoi occhi aperti verso di me, occhi che si donavano senza pudore, abbandonati a ciascuno di noi, uno per uno, unici. Mi chiedo da psicologa se questa emozione sia quella che si chiama angoscia della bellezza».