Istituto dei Tumori e Esselunga: insieme per la ricerca sugli stili di vita

Dal 27 febbraio Esselunga e Istituto nazionale dei Tumori propongono il progetto “YouGoody – La ricerca bella e buona”.
Negozio frutta e verdura - Immagine di fxquadro su Freepik
Negozio frutta e verdura – Immagine di fxquadro su Freepik

Prenderà il via lunedì 27 febbraio “YouGoody – La ricerca bella e buona”, un progetto promosso dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) in collaborazione con Esselunga. Scopo dell’iniziativa è quello di reclutare un grande campione di popolazione per raccogliere informazioni su abitudini e caratteristiche individuali. I dati raccolti verranno elaborati per distinguere gli stili di vita e i comportamenti alimentari poco salutari da quelli più efficaci per prevenire l’insorgenza delle malattie cronico-degenerative, in particolare alcuni tipi di tumore, diabete e patologie cardiovascolari.

Istituto dei Tumori e Esselunga: newsletter, volantino e questionari da compilare

I clienti Esselunga saranno invitati a partecipare all’iniziativa attraverso una newsletter e un volantino ad hoc che sarà distribuito all’interno dei punti vendita. Coloro che daranno il proprio consenso potranno accedere, attraverso un account individuale, alla piattaforma che l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano metterà a disposizione per la compilazione dei questionari inerenti alle abitudini alimentari, stato riproduttivo, attività fisica, stato di salute e molto altro.

Le abitudini alimentari e i fattori di rischio verranno misurati più volte nel corso della durata del progetto allo scopo di osservare e valutare come eventuali cambiamenti nei comportamenti modifichino lo stato di salute. Esselunga non avrà alcun accesso ai dati personali dei partecipanti, che saranno trattati solo dai ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

Istituto dei Tumori e Esselunga: “Non per cambiare abitudini ma per individuare le migliori per la salute”

«Le informazioni raccolte permetteranno di sviluppare indicatori di “stile di vita salutare” spiega Sabina Sieri dell’Unità di Epidemiologia e Prevenzione INT e responsabile del progetto Non chiederemo alle persone di cambiare le loro abitudini, ma individueremo quali, tra quelle descritte, sono maggiormente in grado di preservare la salute per lungo tempo».