Inquinamento, l’allarme di Greenpeace: «Anche la Brianza maglia nera per Pfas»

Non solo nell’acqua, ma anche nell’aria: il rapporto di Greenpeace per produzione di Pfas vede avanti in classifica anche la Brianza.
Pfas - foto Freepik/AI generated
Pfas – foto Freepik/AI generated

Non solo nell’acqua, ma anche nell’aria. Sono i cosiddetti gas fluororati, la versione per così dire “gassosa” degli oramai ben noti Pfas, ossia le sostanze poli e per-fluoroalchiliche, chimiche di sintesi, utilizzate nell’industria. E Agrate Brianza nell’ultimo report di Greenpeace appare al quarto posto a livello nazionale per produzione di questi gas.

Inquinamento, l’allarme di Greenpeace: al primo posto l’Alessandrino, Agrate Brianza è quarta

Il documento è stato pubblicato nei giorni scorsi e si basa sui dati del registro europeo Pollutant Release and Transfer Register (Prtr), registro che raccoglie le dichiarazioni di oltre 4mila aziende del territorio. Trattandosi di un obbligo di legge, si tratta di dati ufficiali, il che rende possibile fotografare precisamente la situazione. Emerge così che tra il 2007 e il 2023 nell’aria che sovrasta la penisola sono state rilasciate circa 3.766 tonnellate di F-Gas, per la maggior parte Pfas.

Il podio nero degli inquinanti va al Piemonte e in particolare l’area dell’alessandrino cui afferiscono secondo lo studio il 76 per cento delle emissioni (2.863 tonnellate nell’arco di tempo considerato). La ex Solvay, oggi Syensqo, a Spinetta Marengo, ha totalizzato due anni fa il 55 per cento delle emissioni di queste sostanze nell’area. Il resto dei Pfas presenti è invece riconducibile anche alla Brianza. Il nome che emerge è infatti quello di StMicroelectronics che, insieme a Versalis (società Eni), Lfoundry e Alkeemia formano un poker d’assi in materia di emissioni. St da sola nel 2023 ha totalizzato 3,4 tonnellate di gas fluororati prodotti, pari al 5 per cento. Nell’elenco però figurano anche società come Granarolo (1,1 tonnellate, una sede anche a Velate) e Gruppo Ferrero (1,1 tonnellate) che, ironia della sorte, si posizionano davanti persino a colossi della farmaceutica come Acs Dobfar (0,8 tonnellate) che ha tra le sue sedi anche quella a Vimercate.

Inquinamento, l’allarme di Greenpeace: dalle acque reflue all’aria

«Questa continua immissione nell’ambiente di sostanze inquinanti – spiegano da Greenpeaceporta con sé molti rischi per la salute delle persone e degli ecosistemi, soprattutto nei pressi degli stabilimenti più impattanti. Sono oramai diversi anni che l’Agenzia europea dell’ambiente  mette in allerta sul fatto che le fonti di inquinamento da Pfas  sono molteplici e si sommano tra loro».

Dalle acque reflue fino all’aria che poi, attraverso la condensa si posa sul territorio. «Nei pressi degli stabilimenti – conclude Greenpeacesi può generare così una pericolosa concentrazione di Pfas nell’ambiente e di conseguenza anche nel cibo». Persino le acque minerali non sono andate esenti: da un’analisi effettuata dall’associazione nell’ottobre 2025 su otto marche, è emersa infatti la presenza di acido trifluoroacetico in sei di queste. 

L'autore

Giornalista professionista dal 4 luglio 2008, mi sono occupata per lo più di cronaca. Politica, nera e giudiziaria per quotidiani nazionali e settimanali locali. Dallo scorso settembre sono tornata a ilCittadino. Amo la fotografia e i cani perché non usano parole. Che sono preziose. Sono più i dolori delle gioie, ma il giornalismo, per me, è ancora il Mestiere. Con la maiuscola.