Il sindacato degli infermieri sui contagi in corsia: “Era per mascherine non a norma, chiediamo controllo qualità su quelle in dotazione”

In questi giorni il NurSind, il sindacato degli infermieri, invierà alle direzione degli ospedali della Lombardia e all’assessore regionale Letizia Moratti la richiesta di controllare – attraverso centri accreditati – la qualità delle mascherine ancora in loro dotazione. Intanto chiedono le scuse di chi aveva detto che le infezioni avvenivano fuori dal lavoro.
Infermieri durante la prima ondata dell’emergenza coronavirus
Infermieri durante la prima ondata dell’emergenza coronavirus

Gli infermieri lo avevano capito già da un pezzo: era per alcune mascherine non a norma, che non filtravano in modo corretto, se molti di loro si contagiavano dentro e fuori gli ospedali. Adesso che le indagini sono avviate e lo scandalo delle mascherine che non proteggono è scoppiato a livello nazionale il NurSind, il maggiore sindacato di categoria degli infermieri, chiede le scuse di chi ha ignorato, deriso e accusato gli infermieri di essersi infettati fuori dal lavoro. Il NurSind, già a marzo dello scorso anno, dopo aver allertato le direzioni generali dei nosocomi, aveva scritto alla Regione Lombardia chiedendo verifiche in merito ai dispositivi di protezione individuale, in particolare alle mascherine date in dotazione negli ospedali. Erano quelli i giorni in cui venivano fornite anche le cosiddette mascherine pannolino, quelle realizzate con il materiale con cui vengono prodotti i pannolini dei bebè.

“Dagli ospedali ci sono subito arrivate rassicurazioni che tutto era a norma – precisa Donato Cosi, coordinatore regionale del NurSind – Ci dicevano che i contagi avvenivamo fuori dal luogo di lavoro, ma non era così. C’erano colleghi che usciti dall’ospedale andavano direttamente a casa senza avere contatti con i familiari. C’è gente che per mesi ha dormito nei garage. Noi le precauzioni fuori dall’ospedale le attuavamo, così come all’interno, ma, chissà perché, continuavamo a contagiarci”.

Gli infermieri avevano chiesto di poter avere mascherine Ffp2 e Ffp3 per poter lavorare in sicurezza ma anche quando sono arrivate le mascherine richieste i contagi erano sempre tanti e non avvenivano fuori dai luoghi di cura.

“Oggi dopo mesi di denunce, che ci sono sempre state rigettate, emerge la verità – sottolinea Cosi – Alcune forniture di Ffp2 distribuite anche ai medici, agli infermieri e agli oss che lavoravano in corsia a diretto contatto con i pazienti contagiati non erano a norma. È per questo che in tanti si sono ammalati. Mentre direzioni ospedaliere e la politica ci rassicuravano sulla validità dei dispositivi, senza effettuare ulteriori controlli, pur di fronte a un aumento costante dei contagi, tanti colleghi si sono ammalati e molti hanno sacrificato la loro vita”.

In questi giorni il NurSind invierà alle direzione degli ospedali della Lombardia e all’assessore regionale Letizia Moratti la richiesta di controllare – attraverso centri accreditati – la qualità delle mascherine ancora in loro dotazione.
“Adesso stiamo ancora lottando contro il virus – conclude il coordinatore – ma quando questo incubo, grazie alla campagna vaccinale, terminerà allora chiederemo il conto anche di questa indifferenza di fronte all’evidenza che qualcosa non stava funzionando”.