Una morte tanto sfortunata quanto tragica, una vicenda che sembra uscita da un film, ma che invece è la più drammatica delle realtà. Un banale litigio stradale, poi gli animi che si accendono, uno dei due automobilisti insegue l’altro e lo costringe a fermarsi sbarrandogli la strada. I due uomini scendono dalle vetture ma, proprio in quel momento, giunge una terza auto con al volante un giovane di Concorezzo, ubriaco, che travolge e uccide uno dei due conducenti fermo sulla corsia. Si è concluso nella mattinata di martedì 18 gennaio presso il Tribunale di Monza il processo per la morte di Antonio Seria, 60enne di Caponago,
travolto da un auto e ucciso sul colpo il 6 ottobre 2019 in via Adda a Monza
. Un 31 enne di Brugherio, è stato condannato a 2 anni di reclusione e alla sospensione della patente di guida.Con il medesimo provvedimento, il giudice Letizia Anna Brambilla ha inciso su una pregressa sospensione condizionale della pena concessagli a seguito di un’altra sentenza per un precedente procedimento penale, provocandone la revoca. Il difensore dell’imputato ha già preannunciato ricorso in appello. I familiari della vittima sono stati assistiti da Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nei casi di omicidio stradale con sedi in tutta Italia.
Era circa l’una e quaranta del 6 ottobre 2019 quando Antonio Seria, a bordo della sua Nissan Micra, si trovò coinvolto in un lieve incidente con l’Alfa 147 guidata dal giovane di Brugherio. Procedevano entrambi in direzione Monza-Concorezzo quando Seria effettuò una manovra di sorpasso e, nel rientrare in corsia, ci fu un piccolo contatto tra le due auto. Poi il litigio nato sulla strada e trasformatosi in un vero e proprio inseguimento che da viale Sicilia a Monza, luogo del contatto tra le due auto, proseguì fino a via Adda in direzione Brugherio, dove l’Alfa bloccò l’auto di Antonio Seria, ponendosi in contromano di fronte a lui.
Da lì in pochi attimi la tragedia: non appena scese dall’auto, Antonio Seria fu falciato da una terza auto, la Polo guidata da un altro 31enne residente a Concorezzo, che proveniva dalle sue spalle verso Brugherio. L’auto non riuscì, nonostante la strada rettilinea, ad evitare l’impatto, colpendo dapprima la Micra e travolgendo poi Antonio Seria prima di collidere con l’Alfa e finire la sua corsa a bordo strada. Immediati ma vani i soccorsi del personale medico, che non hanno potuto che constatare il decesso sul posto della vittima a causa delle gravissime lesioni riportate. Immediati anche i rilievi dei carabinieri, che hanno permesso al pm del Tribunale di Monza Vincenzo Fiorillo di ricostruire nel dettaglio la dinamica del sinistro, anche grazie alla consulenza tecnica redatta dall’ingegner Pierangelo Adinolfi.
La consulenza ha evidenziato anche le specifiche violazioni del Codice della strada da parte dei conducenti coinvolti. Il concorezzese non riuscì ad avvistare in tempo i veicoli fermi a bordo strada e a porre in essere una manovra di emergenza tale da evitare l’impatto perché si trovava oltre i limiti di velocità e in un grave stato di ebbrezza (e per questo ha già patteggiato quattro anni di reclusione per omicidio stradale con revoca della patente di guida). Anche il comportamento delle altre due auto, e in particolare dell’Alfa 147, è stato evidenziato nella perizia perché esse si trovavano «ferme in carreggiata su una strada extraurbana, nonostante fossero entrambe funzionanti, volontariamente “parcheggiate” in tal modo dai rispettivi conducenti», anche se al momento dell’impatto erano già fermi da alcuni minuti e quindi avvistabili.
«Questo incidente ha avuto una dinamica complessa – evidenzia Fernando Rosa della sede Giesse di Monza – il giudice ha dovuto considerare molti aspetti per giungere alla decisione più corretta. La sottovalutazione dei rischi del proprio comportamento sulla strada ed il mancato rispetto delle normative vigenti hanno gettato nel dramma la famiglia Seria. Abbiamo ottenuto, per i familiari, il risarcimento del danno prima della conclusione del processo penale, anche se la mancanza di Antonio non potrà mai da nulla essere colmata».