Il giuramento di Napolitano Stoccate ai partiti e commozione

Si è commosso, è stato fermo nel sottolineare le difficoltà dell’attuale situazione del Paese. Ed è stato interrotto numerose volte dagli applausi del parlamento. Il presidente rieletto Giorgio Napolitano ha giurato.
Il giuramento di Giorgio Napolitano
Il giuramento di Giorgio Napolitano

Si è commosso, è stato fermo nel sottolineare le difficoltà dell’attuale situazione del Paese. Ed è stato interrotto numerose volte dagli applausi del parlamento (trenta dice chi li ha contati). Il presidente rieletto Giorgio Napolitano ha giurato fedeltà alla Repubblica nella cerimonia a Montecitorio.

«Come voi tutti sapete, non prevedevo di tornare in quest’Aula per pronunciare un nuovo giuramento e il messaggio da Presidente della Repubblica», ha detto.

Poi la stoccata ai partiti seduti in parlamento: alla richiesta di riforme e di rinnovamento, «non si sono date soluzioni soddisfacenti: hanno finito per prevalere contrapposizioni, lentezze, esitazioni circa le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi e strumentalismi». Che «hanno condannato alla sterilità o a esiti minimalistici i confronti tra le forze politiche e i dibattiti in Parlamento».

E il motivo per cui si è arrivati a questo punto: «Imperdonabile resta la mancata riforma della legge: la mancata revisione di quella legge ha prodotto una gara accanita per la conquista, sul filo del rasoio, di quell’abnorme premio, il cui vincitore ha finito per non riuscire a governare».

Dal presidente rieletto, cosa mai successa in Italia, l’invito ad accantonare rivalità e tensioni, a far progredire l’Europa e l’ammonimento: nel Paese si è prodotto uno ’’stallo fatale’’ dovuto alla «sordità delle forze politiche. Se ci sarà ancora ne trarrò le conseguenze davanti al Paese».

«Le sfide e le prove che abbiamo davanti – ha continuato – sono più che mai ardue, profonde e di esito incerto. Questo ci dice la crisi che stiamo attraversando. Ma i parlamentari devono sentire «di far parte dell’istituzione non come esponenti di una fazione, ma come depositari della volontà popolare».

«Le forze rappresentate in Parlamento, senza alcuna eccezione, debbono comunque dare ora il loro apporto alle decisioni da prendere per il rinnovamento del Paese. Senza temere di convergere sulle soluzioni», ha concluso il presidente. Sottolineando la necessità già espressa nel discorso che i partiti trovino un’intesa tra forze diverse per far nascere e vivere il governo.