Il centrodestra di Monza e Brianza: stop ai profughi nei Comuni senza l’ok dei sindaci

All’assemblea dei sindaci il centrodestra chiede di modificare le regole degll’accoglienza: stop ai profughi nei Comuni senza l’ok dei primi cittadini. Intanto la prefettura cerca un altro hub.
radaelli Monza - Assemblea sindaci immigrazione
radaelli Monza – Assemblea sindaci immigrazione Fabrizio Radaelli

Martedì 11 luglio i richiedenti asilo in Brianza erano 2.272 ed altri 16 erano attesi nelle scorse ore. Negli ultimi 15 giorni ne sono arrivati 240, un numero che ha messo a dura prova il sistema della prima accoglienza: «Ci serve – ha spiegato il prefetto Giovanna Vilasi – un terzo hub da affiancare a quello di Agrate e allo Spallanzani di Monza. Stiamo valutando alcune soluzioni». Dove non lo ha detto per evitare prese di posizione contrarie: in passato sono stati scartati gli ex ospedali di Monza e di Vimercate e alcune fabbriche dismesse. «Stiamo cercando – ha aggiunto – anche appartamenti: più lavoreremo per l’integrazione e più garantiremo la sicurezza dei cittadini. Un buon numero di sindaci opera già in questa direzione». Finora, ha proseguito, «ha prevalso il buon senso, tranne in casi sporadici» e in Brianza la situazione è migliore che in altri territori: nessun migrante è accampato per strada o all’ingresso delle stazioni e i minori non accompagnati sono meno di 50.

Martedì ha sollecitato l’assemblea dei sindaci a intensificare il dialogo per individuare nuove collocazioni per gli stranieri che giungeranno nelle prossime settimane. La richiesta è stata respinta quasi in blocco dagli amministratori di centrodestra che hanno rilanciato con un “appello per trasparenza e collaborazione” firmato, tra gli altri, dai primi cittadini di Monza, Varedo, Lazzate, Albiate, Biassono, Meda, Seregno e Lentate sul Seveso che hanno invitato il prefetto a domandare il loro parere preventivo prima di destinare i profughi in appartamenti e a trovare soluzioni per i minori che non gravino sui bilanci dei municipi. Se da Albiate e Biassono è arrivato un rifiuto secco a nuovi approdi, altrove la porta è rimasta socchiusa: le osservazioni, secondo la lentatese Laura Ferrari, potrebbero aiutare la Prefettura a valutare meglio le singole decisioni.

Il testo non è stato sottoscritto dai rappresentanti del centrosinistra che, però, concordano su alcuni passaggi. «Occorre – ha affermato il carnatese Daniele Nava – un sistema che premi chi si impegna nell’accoglienza. Dovremmo, inoltre, affrontare la questione religiosa perché gli stranieri hanno diritto ad avere un luogo in cui pregare». «L’accoglienza – gli ha fatto eco il desiano Roberto Corti – deve essere diffusa: potremmo chiedere ai nostri cittadini di segnalare gli alloggi liberi. Dovremmo, però, capire se arriveranno famiglie, minori o singoli».

Ora un gruppo di lavoro, coordinato dal monzese Dario Allevi, cercherà di conciliare le posizioni per poi stilare un testo unitario: «Sarà dura – ha commentato – ma ci proveremo. Chiederò i dati dei profughi presenti nei 55 comuni: Monza, con oltre 400, ha già dato mentre ci sono paesi dove non c’è nemmeno un richiedente asilo».