Giardiello passò armato il metal detector: suonò, ma il killer non venne controllato

Una novità riscrive la cronache di quelle ore tragiche di giovedì 9 aprile, nelle quali Claudio Giardiello uccise tre persone e ne ferì due sparando all’interno del tribunale di Milano. Entrò armato da via San Barnaba, il metal detector suonò ma non venne fermato
Giardiello passò armato il metal detector: suonò, ma il killer non venne controllato

Una novità riscrive la cronache di quelle ore tragiche di giovedì 9 aprile, nelle quali Claudio Giardiello uccise tre persone e ne ferì due sparando all’interno del tribunale di Milano. Le telecamere lo riprendono alle 8.40 all’ingresso di via San Barnaba (e non alle 9.15 come indicato in precedenza, attribuendogli l’ingresso da via Manara).

Prima di lui si vede una persona passare attraverso il metal detector che si illumina. A quel punto le guardie all’ingresso la controllano con uno scanner manuale. Quindi è il turno di Giardiello, che appoggia la borsa sul nastro trasportatore e poi entra attraversando l’archetto: l’apparecchio si accende, ma le guardie non lo sottopongono allo scanner manuale, e dai filmati sembra che gli abbiano fatto cenno di passare.

Cancellata dunque la prima ipotesi: passaggio con tesserino falso da via Manara. Quella mattina tra l’altro, il metal detector dell’ingresso di via Freguglia non funzionò fin verso le 9.30 e pertanto il pubblico venne dirottato agli ingressi di via San Barnaba e di corso di Porta Vittoria. È probabile quindi che il killer abbia approfittato della calca e della conseguente frettolosità dei controlli.