Fatture false per 12 milioni: la Finanza di Seregno denuncia 10 imprenditori

La guardia di finanza della Compagnia di Seregno ha denunciato alla Procura della Repubblica di Monza dieci imprenditori, titolari di numerose società operanti nel settore edilizio e della commercializzazione di rottami, per una presunta frode fiscale con fatture false per circa 12 milioni di euro ed imposte evase per 1.300.000 euro.
Le indagini sono state condotte dalla Finanza di Seregno
Le indagini sono state condotte dalla Finanza di Seregno

La guardia di finanza della Compagnia di Seregno ha denunciato alla Procura della Repubblica di Monza dieci imprenditori, titolari di numerose società operanti nel settore edilizio e della commercializzazione di rottami, per una presunta frode fiscale con fatture false per circa 12 milioni di euro ed imposte evase per 1.300.000 euro.

La froda sarebbe stata perpetrata mediante la registrazione e l’emissione di fatture false con le quali veniva alterata la reale dimensione di cantieri edili, talvolta inesistenti, per giustificare l’acquisizione di tonnellate di rottami metallici. Le indagini sono partite dopo una verifica dei finanzieri nei confronti di una società di Desio (MB) operante nel settore della vendita di rottami. I militari hanno scoperto ed approfondito una serie di operazioni di acquisto sospette, documentate da fatture emesse da numerose imprese (tutte riconducibili alle medesime persone fisiche) con sedi operative nelle province di Milano, Brescia e Bergamo.

Per verificare la provenienza dei rottami movimentati, i verificatori hanno ricostruito i diversi canali di acquisto, risalendo ai singoli cantieri da dove sarebbe stato recuperato il materiale di risulta. Attraverso mirate ricerche condotte presso i Comuni interessati (nelle province di Milano, Varese, Brescia e Bergamo) e l’invio di questionari alle società di costruzione sono state riscontrate numerose anomalie: in alcuni casi i cantieri dichiarati dalle società fornitrici dei rottami all’impresa verificata erano inesistenti, in altri casi sottodimensionati rispetto al volume del materiale di risulta e in altri ancora le società venditrici erano diverse da quelle autorizzate allo smaltimento.

A conclusione dell’attività ispettiva è stata quindi contestata l’annotazione, da parte della società brianzola, di fatture riferite sia ad operazioni mai avvenute, sia ad operazioni relative a soggetti diversi da quelli reali: le prime contabilizzate per abbattere il reddito imponibile, le seconde per nascondere acquisti di rottami effettuati “in nero”.

Nel giorno di apertura della verifica fiscale, i militari hanno rinvenuto e sequestrato 52.000 euro in contanti, nascosti in un armadio dei locali aziendali, di cui il titolare dell’impresa non ha saputo giustificare la legittima provenienza. Il sequestro è stato convalidato dalla Procura di Monza.