Ex Celestica, dopo la cassa in 350 rischiano la disoccupazione

Gli ex lavoratori di Bames e Sem si stanno preparando a tornare in piazza, per riportare l’attenzione sulla vicenda dell’area ex Celestica, a cominciare dal versante giudiziario. È in fase di definizione, per i primi giorni di marzo, una manifestazione davanti al Tribunale di Monza
Vimercate - Situazione preoccupante per gli ex lavoratori di Bames e Sem dopo il fallimento delle due aziende di proprietà della famiglia Bartolini
Vimercate – Situazione preoccupante per gli ex lavoratori di Bames e Sem dopo il fallimento delle due aziende di proprietà della famiglia Bartolini

Gli ex lavoratori di Bames e Sem si stanno preparando a tornare in piazza, per riportare l’attenzione sulla vicenda dell’area ex Celestica, a cominciare dal versante giudiziario. È in fase di definizione, per i primi giorni di marzo, una manifestazione davanti al Tribunale di Monza, competente per l’inchiesta sul fallimento per bancarotta fraudolenta delle due aziende di proprietà della famiglia Bartolini, avvenuto nel 2013. A metà gennaio la procura monzese ha completato le indagini nei confronti di tredici persone accusate a vario titolo di aver distratto beni e liquidità per 230 milioni di euro dalle due società. I sindacati auspicano il rinvio a giudizio, ipotesi che potrebbe vedere gli stessi sindacati costituirsi parte civile.

Il sindacato vuole costituirsi parte civile

“È un’ipotesi che, in caso di processo, le segreterie nazionali stanno valutando –ha confermato Gigi Redaelli, segretario generale Fim Cisl Monza Brianza Lecco- Un danno oggettivo certamente lo abbiamo patito perché nella distrazione di fondi entrano anche le quote sindacali trattenute in busta paga ai lavoratori dall’azienda e mai versate”.

Per quanto concerne la mobilitazione dei 400 ex cassintegrati, i temi da riportare in campo sono più d’uno. A cominciare dalla sorte dei lavoratori, in mobilità dalla fine del 2014. Nell’arco di due anni, tre per gli over 50, il periodo di ammortizzazione andrà a esaurirsi.

“Calcoliamo che circa 350 lavoratori rischiano di trovarsi del tutto disoccupati –ha aggiunto Redaelli- È una situazione grave già oggi e disperante nel prossimo futuro, ed è il prodotto di un ben precisa gestione, quella che è oggetto di indagine della procura monzese. L’altro effetto di quella gestione è il ritardo prolungato e l’affossamento progressivo della reindustrializzazione di ex Celestica, che rischiamo davvero rimanga un’occasione persa. Con l’aggravio delle centinaia di posti di lavoro già sacrificati, dell’impoverimento professionale e industriale di questa parte di Brianza e dell’intero Paese. Il nostro auspicio è che venga deciso il rinvio a giudizio, che si accertino le responsabilità di tutto questo e che chi è responsabile paghi”.

Quattro piani industriali disattesi

Da quando Celestica nel 2006 lasciò la scena, e 850 dipendenti, al gruppo Bartolini, si contarono due protocolli di reindustrializzazione incompiuti, almeno quattro piani industriali, tutti disattesi, la cassa integrazione pressoché continua, la progressiva riduzione degli addetti, fino alla desertificazione del sito, al fallimento e al licenziamento di 400 persone.