Effetto Grecia sulla Provincia: Monza e Brianza sempre più a rischio default

Atene, Tsipras e la Grecia. Certo. Ma in Brianza il rischio default è più vicino di quanto si pensi e riguarda la provincia, dove mancano sempre 9 milioni per chiudere il bilancio. Anche dopo le missioni al Viminale, che hanno regalato due emendamenti ad hoc.
Monza, Gigi Ponti e Roberto Scanagatti
Monza, Gigi Ponti e Roberto Scanagatti Fabrizio Radaelli

È ancora allarme rosso sul bilancio preventivo 2015 della Provincia di Monza e Brianza. Per questo mercoledì l’amministrazione provinciale è tornata a Roma, al Viminale, per illustrare l’iniquità del taglio di 19 milioni applicato sulle finanze dell’Ente: un Ente che si trova ad affrontare uno squilibrio di 8.393.194 euro per garantire lo svolgimento delle funzioni fondamentali per l’anno in corso.


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La delegazione della Provincia, accompagnata dalla senatrice Lucrezia Ricchiuti, ha contestato nuovamente il metodo impiegato per calcolare l’importo dei prelievi sugli Enti di area vasta, chiedendo la disponibilità a riconsiderare il “caso MB”.

«È vero che la maggior parte delle Province sono sull’orlo del dissesto e che la situazione di emergenza è generalizzata – ricorda il presidente Gigi Ponti – Ma è anche vero che i criteri applicati per la ripartizione dei prelievi fanno della Brianza la Provincia più penalizzata d’Italia: proprio noi che abbiamo applicato una spending review rigorosa fin dal primo giorno e che scontiamo anche la fase di startup».

«Siamo riusciti a rappresentare la specificità del “caso MB”, anche grazie alla collaborazione di tecnici ministeriali molto qualificati – spiega il vicepresidente Roberto Invernizzi – Così abbiamo sintetizzato in due emendamenti ad hoc le necessità dell’Ente per confermare i servizi per l’anno 2015: gli emendamenti saranno proposti alle Camere in sede di conversione del Decreto Enti Locali».

L’obiettivo è riuscire a modificare, attraverso gli emendamenti, il testo del decreto legge Enti Locali approvato qualche settimana fa dal Governo: una strada per la quale la senatrice Ricchiuti e l’onorevole Roberto Rampi hanno già dimostrato il proprio impegno e disponibilità.

Il dissesto degli enti intermedi è aggravato dai costi del personale: da gennaio il Governo non trasferisce il denaro per gli stipendi dei dipendenti, tra cui quelli della Polizia provinciale e dei centri per l’impiego, che secondo la Delrio dovrebbero passare ad altre istituzioni e che continuano a essere retribuiti dalle province.

E se davvero si andasse incontro a un fallimento? Nessuno sa bene cosa succederebbe: la normativa prevede che, in caso di mancata approvazione del bilancio, i prefetti nominino un commissario che sani il passivo. A quel punto, allora, qualcuno suppone che lo Stato pagherebbe decine di funzionari in tutta Italia per svolgere un compito che i presidenti di Provincia effettuano gratuitamente.