Pene da quattro a 20 anni chieste al processo nato dall’indagine Freccia, che a giugno ha portato in carcere i cugini Umberto e Rocco Cristello, nomi legati alla ‘ndrangheta attiva tra Seregno e Giussano. Il 3 febbraio è stato il giorno delle conclusioni con richieste di condanna da parte della procura distrettuale antimafia, nell’aula bunker di via Ucelli di Nemi, a Ponte Lambro.
Sono 18 gli imputati in questo filone, praticamente tutti quelli coinvolti nel maxi blitz messo a segno lo scorso giugno dai carabinieri di Monza e Cantù. Tra le richieste formulate, spicca proprio quella a 20 anni (già tolto lo sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato) nei confronti dei Cristello, di Domenico Favasuli, e di Luca Vacca, 38enne di Mariano Comense, e quella a 18 anni sollecitata a carico del seregnese Igor Caldirola, 25enne al centro di ingenti traffici di marijuana tra la Spagna e la Brianza.
Ora la parola passa ai difensori, in un calendario di udienze che prevede la decisione finale il prossimo 24 febbraio. Traffici di droga su larga scala, armi, controllo della gestione della sicurezza nei locali notturni (il Modà di Erba, lo Studio Polaris a Carate) e degli affari legati ai chioschi notturni di street food. Estorsioni, recupero crediti. Questi i reati oggetto del processo, con l’aggravante contestata a vario titolo del metodo mafioso. I nomi di spicco sono quelli di Umberto e Carmelo Cristello. Il primo è il fratello di Rocco, ucciso in un agguato mafioso il 27 marzo 2008, a Verano Brianza.