«Continuiamo a ripeterci che le imprese sono la spina dorsale del Paese e tutti abbiamo preso coscienza, in questa pandemia, di quanto la logistica sia determinante per garantire la continuità dei flussi delle merci e l’approvvigionamento dei beni di prima necessità – ha dichiarato Alessandro Spada, presidente di Assolombarda -. In questo quadro, l’approvazione del DL 121/2021 “trasporti e infrastrutture”, che impone una nuova organizzazione del trasporto eccezionale penalizzante per le imprese manifatturiere senza nemmeno incidere sulla sicurezza stradale, ci preoccupa profondamente. Oltre che per le prevedibili ricadute sull’inquinamento, anche per le conseguenze su settori chiave dell’industria italiana, che è fortemente orientata all’export». Spada si riferisce al decreto legge infrastrutture e trasporti 121/2021, approvato definitivamente dal Senato e che entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, prevista nei prossimi giorni.
Per quanto riguarda il trasporto eccezionale, il decreto riduce la massa complessiva di quelli di elementi divisibili caricati su autoarticolati o autotreni. Finora, in questi casi, è possibile trasportare fino a sei unità di “blocchi di pietra naturale, di elementi prefabbricati compositi e apparecchiature industriali complesse per l’edilizia nonché di prodotti siderurgici coil e laminati grezzi” con i seguenti limiti di massa complessiva: 38 tonnellate per i veicoli isolati a tre assi, 48 tonnellate per quelli a quattro assi, 86 tonnellate per i complessi di veicoli a sei assi e 108 tonnellate per i complessi a otto assi. Il Decreto Infrastrutture cambia i limiti per i complessi veicolari (autoarticolati o autotreni). Quindi rimangono le 38 tonnellate per gli isolati a tre assi e le 48 tonnellate per gli isolati a quattro assi, s’introduce il limite di 72 tonnellate per i complessi veicolari a cinque assi e si riduce a 86 tonnellate il limite per i complessi a sei o più assi, eliminando così la possibilità delle 108 tonnellate. Questi limiti si possono superare solo per trasporti di un unico pezzo indivisibile.
«Una tale stretta al trasporto eccezionale – attacca ancora Spada – rappresenta una seria minaccia per la produzione industriale, generando nel migliore dei casi un aumento dei costi di trasporto, in altri l’impossibilità per le aziende di consegnare le commesse con conseguenti penali e danni da pagare, fino a perdite occupazionali sul lungo periodo. Non è certo quello che ci si aspetta in un momento storico in cui dovremmo lavorare tutti per la modernizzazione del Paese, anche attraverso la costruzione di grandi opere».