Ci sono anche due persone del Vimercatese coinvolte nell’operazione della Guardia di Finanza di Gorgonzola che nella mattinata di mercoledì 7 ha permesso di mettere la parola fine alla gestione di 800mila tonnellate di rifiuti che tra il 2016 e il 2020 ha portato alla creazione di discariche abusive sul territorio dell’Adda Martesana. Mercoledì finanzieri del Comando provinciale di Milano hanno dato esecuzione ad una ordinanza emessa dal gip presso il Tribunale di Milano che ha disposto misure cautelari personali per reati ambientali a carico di otto persone (cinque poste agli arresti domiciliari e tre assoggettate all’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria) nonché il sequestro di disponibilità finanziarie per un totale di 1 milione e 200mila euro, di un impianto di recupero rifiuti a Gessate e di 4 automezzi.
Tra queste otto persone, due risultano essere residenti sul territorio brianzolo ed in particolare una a Burago di Molgora e l’altra a Mezzago. L’indagine, svolta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Gorgonzola, è iniziata dal sequestro, risalente al dicembre 2018, di una discarica abusiva di oltre 30mila mq a Cassano d’Adda, dove erano state ammassate e interrate oltre 40mila tonnellate di rifiuti, inclusi “rifiuti pericolosi”, contenenti sostanze dannose per l’ambiente e per la salute umana. Le successive investigazioni hanno portato al sequestro, nel dicembre 2019, di un’altra discarica abusiva di 26mila mq a Pioltello, dove erano in corso delle opere di riempimento con terra di riporto per il raggiungimento della quota stradale con l’utilizzo di rifiuti che già in passato erano stati utilizzati in grosse quantità nell’area per analoghe operazioni di rinterro.
L’ultimo step dell’indagine delle Fiamme Gialle risale invece a febbraio 2020 quando i finanzieri hanno sequestrato un impianto di recupero e di riciclo sul territorio di Liscate che raccoglieva rifiuti da trasportatori non autorizzarti compilando falsi formulari di identificazione per giustificare le giacenze e le prese in carico. In questo sistema di riciclo e rinterro abusivo, sono risultate coinvolte un totale di 14 società e 28 persone (di queste società e persone, alcune dell’area Vimercatese) tutte indagate a vario titolo per i reati di traffico illecito di rifiuti, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, truffa, inquinamento ambientale e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.