Dimissioni in massa in consiglio comunale ed elezioni anticipate a Briosco. Venerdì 2 aprile sette consiglieri (la metà più uno del totale) hanno presentato le dimissioni facendo così cadere l’amministrazione comunale del leghista Antonio Verbicaro eletto il 26 maggio del 2019. A lasciare anzitempo il consiglio sono stati i tre componenti della maggioranza Giuseppe Redaelli, Enzo Formenti e Daniela Mattioli, e i quattro consiglieri di opposizione Vera Dell’Oro, Giuseppe Motta, Silvia Zamprogno e Antonio Squitieri. In arrivo il commissario prefettizio. Le nuove elezioni potrebbero avvenire ad ottobre.
«La maggioranza non esiste più, stacchiamo la spina. Siamo certi che il commissario prefettizio saprà fare meglio della attuale maggioranza» ha scritto il gruppo d’opposizione “Fare Bene Comune” in un comunicato. «I nostri consiglieri constatata l’assenza di una maggioranza hanno rassegnato le dimissioni insieme agli esponenti dei gruppi consiliari Forza Italia e Insieme in Comune, si tratta dell’atto conclusivo di una lunga vicenda di dissapori e aspre divergenze che il sindaco non è stato in grado di mitigare».
Si è detta invece sconcertata la Lega: «Si tratta di una decisione attuata a pochi giorni dalla approvazione del bilancio che mette e rischio importanti provvedimenti a vantaggio della popolazione. Ci chiediamo quali siano i mortivi che hanno portato i consiglieri ad assumere questa scelta di irresponsabilità. La nostra volontà è sempre stata quella di ricucire. Ci lascia ulteriormente perplessi l‘atteggiamento di Forza Italia, partito da sempre alleato, che in questo specifico contesto non ha voluto o saputo gestire una situazione così delicata e dannosa per la nostra comunità. Chiediamo quindi a Forza Italia di chiarire la propria posizione rispetto alla scelta della consigliera Mattioli. Il Comune andrà ad elezioni anticipate – si legge ancora nel comunicato del Carroccio – rispetto alla scadenza naturale del mandato e, con tutta probabilità, si voterà ad ottobre. La Lega è già pronta per continuare ad essere forza di governo».