Il volto sfigurato e decomposto al punto da non essere più nemmeno identificabile; il corpo semisepolto sotto un letto di terra: si fa sempre più fitto il mistero dell’uomo ritrovato sabato scorso semi sepolto in un campo di mais alla periferia sud di Desio, a poche decine di metri dalla caserma dei carabinieri di via Caduti di Nassiriya. Il maggiore Luigi Perrone e i militari della compagnia di Desio – insieme alla Procura di Monza – sono determinati a fare luce su questa vicenda. Da quando, sabato mattina, la segnalazione casuale di un giovane maghrebino, ha permesso di ritrovare il corpo semi mummificato, le indagini non si sono mai fermate. Le operazioni sono state lunghe e complesse. La salma era così decomposta che, per riuscire a disseppellirla, è stato necessario l’ausilio degli archeologi forensi. Ed è stato mobilitato anche il Ris di Parma. Segno che le indagini sono delicatissime. Gli uomini del reparto di investigazioni scientifiche arriveranno giovedì: a loro è stato affidato il compito di setacciare da cima a fondo il terreno agricolo tra la caserma e l’ex carcere.
Desio, corpo sepolto nel mais: sotto sequestro anche l’ex carcere
E’ stato inoltre posto sotto sequestro anche l’ex carcere di via Canonico Villa. Un segno che dentro l’ex penitenziario, chiuso da anni, potrebbero essere stati trovati indizi importanti per arrivare alla verità. L’ipotesi che l’uomo sia stato ucciso si fa sempre più probabile. I moventi però possono essere i più diversi: forse un regolamento di conti legato al mondo della droga: ma è solo una delle piste. Sembra che l’uomo fosse nordafricano. Ma nemmeno su questo ci sono ancora conferme ufficiali: la salma era troppo decomposta. Si attende anche l’esito dell’autopsia, che potrà chiarire – almeno si spera – molti aspetti di questa misteriosa vicenda. L’area continua a essere presidiata, notte e giorno, dai carabinieri di Desio.
Desio, corpo sepolto nel mais: zona presidiata 24 ore su 24
E’ stato richiesto anche l’ausilio degli uomini della protezione civile: sia perché l’area è piuttosto vasta, sia perché nella zona, nei giorni scorsi, era iniziato un viavai di curiosi, attorno ai campi di grano dove è stato trovato il corpo, e anche attorno all’ex carcere abbandonato. Qui, nei primi giorni di agosto, gli uomini della polizia locale avevano effettuato un sopralluogo. Ancora una volta, i locali della porta di ingresso erano stati forzati. E all’interno, negli spazi un tempo abitati dal custode, assente da anni, e nelle antiche celle, erano stati ritrovati segni di presenze umane. Abiti, resti di cibo, lenzuola e coperte, indumenti. Qualcuno aveva vissuto all’interno della struttura penitenziaria e si era allacciato anche ai contatori del gas e dell’energia elettrica. Ora l’ipotesi è che dentro l’ex carcere sia stato scelto non solo come un’abitazione temporanea di clochard e disperati, ma anche come punto di appoggio per attività illecite.