Categorie fragili e successione in base all’età, dalle persone più anziane a quelle più giovani: è questo il piano nazionale di vaccinazione contro il Covid 19 varato dal ministero della Salute, dalla presidenza del Consiglio dei ministri, dall’Istituto superiore di sanità e dall’Agenzia del farmaco.
Un piano che, si legge, “ ha ricevuto parere positivo da parte del Consiglio Superiore di Sanità ed è stato oggetto di un confronto con il Presidente e alcuni componenti del Comitato Nazionale di Bioetica. In particolare, il gruppo di lavoro permanente su SARS-CoV- 2 del Consiglio Superiore di Sanità ha ritenuto largamente condivisibile l’impostazione adottata in tale proposta, che appare ispirata a principi di equità, protezione, promozione della salute e del benessere”.
Il programma di vaccinazioni si basa sulle “analisi condotte negli studi scientifici sinora disponibili” nelle quali “l’età e la presenza di condizioni patologiche rappresentano le variabili principali di correlazione con la mortalità per Covid-19”. A loro si aggiungono le categorie che si occupano di attività a rischio contagio.
La scansione – senza date – indica che l’ordine di priorità dopo personale sanitario e over 80, è questo:
– Categoria 1. Elevata fragilità (persone estremamente vulnerabili; disabilità grave);
– Categoria 2: Persone di età compresa tra 70 e 79 anni;
– Categoria 3: Persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni;
– Categoria 4: Persone con comorbidità di età <60 anni, senza quella connotazione di gravità riportata per le persone estremamente vulnerabili;
– Categoria 5: Resto della popolazione di età <60 anni.
A prescindere dalla scansione per età e patologie sono considerati prioritari “il personale docente e non docente, scolastico e universitario, forze armate, di polizia e del soccorso pubblico, servizi penitenziari e altre comunità residenziali”. Il documento indica poi che “sarà possibile, qualora le dosi di vaccino disponibili lo permettano, vaccinare all’interno dei posti di lavoro, a prescindere dall’età, fatto salvo che la vaccinazione venga realizzata in sede, da parte di sanitari ivi disponibili, al fine di realizzare un notevole guadagno in termini di tempestività, efficacia e livello di adesione”.
Il piano ministeriale specifica poi che in base alle priorità individuate (invalicabili) e ai vaccini disponibili, si potranno eseguire profilassi in parallelo (quindi affiancando più categorie). Per esempio nel caso di over 80 e soggetti fragili, anche ai familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari, oppure sarà possibile cercare di raggiungere i soggetti compresi nella fase 1 (personale sanitario) che non hanno ancora aderito alla campagna, così come “personale docente e non docente, scolastico e universitario, delle forze armate, di polizia e del soccorso pubblico, dei servizi penitenziari e altre comunità residenziali”. E infine, sarà possibile in base alla disponibilità effettiva di vaccini, di iniziare in parallelo anche “la vaccinazione dei soggetti di età dai 70 ai 79 e, a seguire, quella dei soggetti di età dai 60 ai 69 anni”.