Una chiusura che ha il sapore della beffa. Nonostante la scorsa settimana la provincia di Monza e Brianza abbia annunciato il completamento del bypass nell’area dell’alzaia sull’Adda colpita lo scorso anno dalla frana – intervento temporaneo costato ben 60mila euro – la cooperativa Solleva che gestisce il rifugio dello Stallazzo è costretta a una nuova chiusura. Sì perché il bypass c’è, ma è ancora chiuso in attesa del completamento delle pratiche burocratiche. Come non ci fosse.
Cornate d’Adda: lo Stallazzo costretto a chiudere, l’annuncio della coop sociale Solleva
A dare l’annuncio dello stop sui social è stato nei giorni scorsi lo stesso responsabile della cooperativa sociale Luigi Gasparini che per mesi aveva chiesto un intervento sollecito alle istituzioni – si era recato persino in Regione con una raccolta firme che chiedeva interventi urgenti proprio per evitare chiusure – affinchè l’area diventasse di nuovo pienamente praticabile. Non solo una questione di sopravvivenza per la cooperativa, che svolge attività di inclusione sociale, ma anche di presidio del territorio. Proprio la presenza del rifugio, infatti – aveva sottolineato tempo fa Gasparini – è una garanzia affinché l’area non diventi terra di vagabondaggi più o meno leciti.
Ora, la decisione di fermarsi in attesa della riapertura effettiva. Ma il sapore della delusione traspare, sebbene Gasparini sottolinei che non desidera incolpare nessuno per la situazione. «La mancata riapertura del transito – ha spiegato sul profilo della cooperativa – nonostante le assicurazioni e promesse più volte espresse dagli enti pubblici preposti, ha purtroppo obbligato la cooperativa sociale Solleva ad assumere, per il secondo anno consecutivo la decisione sofferta di chiudere i battenti. Non è una sconfitta – precisa – è la semplice presa d’atto della cruda realtà».
Cornate d’Adda: lo Stallazzo costretto a chiudere, «impossibile fare diversamente»
Al momento, Solleva ha annunciato che proverà ad assicurare il servizio almeno nei festivi e il sabato, questo grazie alle richieste da parte di gruppi organizzati che arriveranno al rifugio nonostante le difficoltà e garantiranno così alla cooperativa un po’ di ossigeno per resistere. E questo ovviamente considerando le condizioni meteo che – dovessero essere confermate – potrebbero portare la neve anche alle basse quote.
«Impossibile fare diversamente – conclude il presidente – La cooperativa con questa iniziativa non intende muovere accuse nei confronti di alcuno. È consapevole delle difficoltà oggettive, ma non può gestire l’attività in perdita, senza il supporto economico del pubblico». Insomma, beffa e anche danno. Alcuni mesi fa, così come del resto era accaduto anche in passato, la sede era stata anche colpita dai ladri.