Il fabbisogno energetico giornaliero di un bambino delle elementari rispetto a un ragazzo delle medie aumenta progressivamente con l’età. Si passa dalle 1300-1490 kcal dei bambini dai 6 agli 8 anni, alle 1650-2000kcal per le ultime tre classi delle elementari, fino ad arrivare a 1960-2420 kcal per gli studenti della scuola media. Di conseguenza anche l’apporto calorico deve aumentare, con un adeguamento dei menù delle mense scolastiche e delle porzioni che mantenga comunque un’adeguata varietà alimentare.
Come nasce il menu di una mensa scolastica: le linee guida di Ats Brianza
«Il menù tipo dovrebbe includere un primo piatto, un secondo, un contorno di verdure, pane e frutta, garantendo l’apporto di tutti i gruppi alimentari – spiegano dal Servizio sorveglianza nutrizionale di Ats Brianza – È tuttavia consigliabile alternare, quando opportuno, con piatti unici ben bilanciati, seguiti da contorno, frutta e pane, preferibilmente a ridotto contenuto di sale. Esempi validi di piatti unici sono le combinazioni di cereali e legumi come pasta e lenticchie, riso e piselli o cereali e proteine animali come pasta al ragù, pasta o riso ai formaggi, polenta con carne. Queste soluzioni offrono un apporto nutrizionale completo, migliorano l’appetibilità del pasto per gli studenti e semplificano l’organizzazione della ristorazione scolastica. Inoltre, favoriscono una riduzione degli sprechi e promuovono la consapevolezza alimentare dalla giovane età».
La composizione dei menù scolastici si ispira ai principi della dieta mediterranea, con la presenza quotidiana di frutta e verdura di stagione, cereali (preferibilmente integrali), fonti proteiche sia animali che vegetali includendo i legumi almeno due o tre volte a settimana, con un’attenzione particolare alla riduzione di grassi saturi, zuccheri aggiunti e sale.
Come nasce il menu di una mensa scolastica: le necessità e lo schema alimentare
«Questi principi restano validi a qualsiasi età, ma nella scuola secondaria è opportuno proporre porzioni leggermente più abbondanti rispetto alla primaria, per rispondere adeguatamente alle esigenze nutrizionali legate alla crescita e alla maggiore autonomia degli studenti. Anche il contesto in cui il pasto viene consumato riveste un ruolo importante: un ambiente accogliente e tempi adeguati favoriscono la convivialità e contribuiscono all’educazione al gusto», aggiungono da Ats Brianza.
Il servizio igiene alimenti e nutrizione di Ats interviene nella valutazione dell’adeguatezza nutrizionale dei menù scolastici, nel monitoraggio della qualità dei pasti erogati e nella vigilanza sul rispetto delle norme igienico sanitarie.
Per quanto riguarda le scuole di Monza lo schema alimentare è articolato su quattro settimane, con distinzione tra menù invernale e menù estivo per promuovere la stagionalità dei prodotti.
«Tutte le derrate sono di provenienza biologica – assicura Anna Brivio, responsabile del servizio di ristorazione scolastica del Comune di Monza – Vengono proposti saltuariamente menù speciali legati alle festività o dalla tradizione regionale. In alcune scuole sono stati proposti anche piatti etnici».
Come nasce il menu di una mensa scolastica: i preferiti dai ragazzi di Monza e perché il pesce è servito come prima portata
Il piatto più amato per gli studenti monzesi resta la pizza, ma altrettanto apprezzata è la pasta al ragù vegetale. Poco gradito resta il pesce, per questo spesso viene servito come prima portata, per invogliare i bambini almeno all’assaggio. Pochi dolci e tanta frutta, proposta anche per la merenda di metà mattina.