Una condanna a 6 anni e 4 mesi di reclusione. Così la Gup (giudice dell’udienza preliminare) del tribunale di Monza, Francesca Bianchetti, ha deciso nei confronti dell’ex direttore dell’ufficio postale di Cesano Maderno. L’uomo, 44 anni e residente a Bovisio Masciago, è finito sul banco degli imputati con l’accusa di peculato, truffa aggravata, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento.
L’ex direttore era accusato di aver fatto sparire oltre 400mila euro dall’ufficio postale. Era poi scappato a Capo Verde facendo perdere le sue tracce. Una vicenda che aveva destato un grande scalpore quella avvenuta un anno fa.
I carabinieri erano stati chiamati dai familiari, che erano disperati perché per un intero fine settimana non avevano avuto sue notizie. Avevano anche provato a mettersi in contatto con lui, ma inutilmente. Pochi giorni dopo, il lunedì mattina con la riapertura dell’ufficio postale, alla vicenda si era aggiunto un importante tassello. I dipendenti dell’ufficio cesanese avevano infatti scoperto un importante ammanco, che in un primo momento era stato stimato in diverse decine di migliaia di euro. Il conto finale, con numero ben maggiori, sarebbe arrivato poco dopo. Del direttore, naturalmente, in ufficio nessuna traccia.
Cesano Maderno: l’ex direttore delle Poste e i 430mila euro spariti
Messe insieme le due cose, era stato facile pensare a una fuga dell’ex direttore con i soldi in tasca per fare la bella vita chissà dove in quale posto sperduto nel mondo. Le indagini avevano subito dato conferma ai sospetti: si era infatti scoperto che aveva deciso di imbarcarsi su un aereo per dirigersi a Capo Verde. Contrariamente a quanto si pensava inizialmente, tuttavia, il desiderio non sarebbe stato quello di sparire e fare una vita agiata in altre parti del mondo. I familiari avevano infatti confermato che l’uomo aveva forti problemi di dipendenza dal gioco d’azzardo.
La fuga all’estero sarebbe stata semplicemente motivata dalla paura: sapendo di averla combinata grossa, l’ex direttore temeva le conseguenze. Alla fine aveva deciso di farsi coraggio e di affrontare la giustizia assumendosi tutte le sue responsabilità. A luglio 2024 era tornato in Italia e subito arrestato.
Durante la sua assenza le forze dell’ordine avevano avuto intanto la possibilità di ricostruire nel dettaglio quanto accaduto nell’ufficio postale. Secondo le indagini l’uomo avrebbe fatto sparire complessivamente 430mila euro: 177mila euro erano contenuti nel distributore automatico, altri 170mila euro erano presenti su quattro libretti postali. Infine erano spariti anche 83mila euro custoditi in una cassaforte per il pagamento delle pensioni. La Procura aveva chiesto una condanna a 6 anni di reclusione. Nei giorni scorsi la Gup, in occasione del processo con rito abbreviato, ha deciso di andare oltre la richiesta condannando l’ex direttore a 6 anni e 4 mesi.