Da un lato c’è la crescente «fame» di manodopera del comparto edile, dal 2020 in fase di forte rilancio dopo un periodo di crisi. Dall’altro, c’è il rischio di assunzioni «disinvolte» nei cantieri, appunto a caccia frenetica di personale per realizzare i progetti di danarosi committenti. Un pericolo che è stato sottolineato durante l’8° Congresso regionale della Feneal Uil, svoltosi recentemente a Milano. «Una recente indagine condotta da Webuild, una delle più importanti multinazionali del settore – ha spiegato nella relazione introduttiva Enrico Vizza, riconfermato segretario regionale – ha presentato una situazione drammatica. Mancano oltre 100mila addetti per realizzare le opere del Pnrr. Se a questo aggiungiamo tutti gli interventi in partenariato pubblico-privato, di riqualificazione energetica, di rigenerazione urbana, dei bonus edilizia, di manutenzione stradale e del territorio, complessivamente, si arriva a oltre 250mila addetti».
Cantieri e poca manodopera, in Lombardia e Brianza in arrivo ingenti risorse con Pnrr
La questione è, ovviamente, sentita anche in Brianza. Sui 60mila iscritti alla Cassa Edile di Milano, Lodi, Monza, gli addetti brianzoli sono circa 10mila. In tutta la Lombardia è previsto l’arrivo di ingenti risorse, tra bonus edilizi, lavori per le Olimpiadi 2026 e opere finanziate con i soldi del Pnrr. Il 40% delle risorse del Pnrr, circa 130 miliardi di euro, è destinato alla filiera delle costruzioni. «Purtroppo, dopo la crisi iniziata nel 2008 – riconosce Giuseppe Mancin, 55 anni , di Muggiò, riconfermato segretario Feneal Uil Bergamo e Brianza -, il settore ha perso molti addetti. C’è stato pure chi ha scelto di lavorare in fabbrica. Così non si è pensato a formare il personale in vista di una futura ripresa. Risultato, ora mancano geometri, capicantieri, operatori specializzati, autisti di camion».
Cantieri senza manodopera: “Senza formazione rischio di infortuni”
Anche in Brianza, dunque, l’attenzione deve essere tenuta alta. Soprattutto perché un lavoratore poco specializzato, o peggio ancora privo di qualsiasi formazione specifica, è più soggetto al rischio di un infortunio. Nel 2021 gli infortuni mortali in edilizia in Lombardia sono stati 15. Del resto, a proposito dei bonus edilizi, lo stesso Vizza ha chiesto regole certe «per evitare ciò che è successo con l’aumento di oltre 12mila imprese, senza un’ora di formazione e conoscenza del quartiere». E poi c’è la vecchia questione dei lavoratori sotto inquadrati, cioè pagati meno nonostante svolgano mansioni di livello superiore. Il contratto collettivo nazionale prevede comunque 16 ore di formazione obbligatorie. Ma è troppo poco. «Gli accordi stipulati per i lavori di Expo 2015 – aggiunge Mancin – avevano funzionato. Quelle intese andrebbero estese a tutto il territorio. Serve però una regia unica per coordinare i controlli nei cantieri. Controlli che andrebbero aumentati ed effettuati a sorpresa».