Dalle 58 tariffe applicate nei 55 comuni della Provincia di Monza a una sola: è l’obiettivo a cui puntano Brianzacque, la società pubblica che gestisce il servizio idrico integrato, e Ato, l’Ambito territoriale ottimale.
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I tecnici dovranno incrociare la gran mole di dati utilizzati oggi per fissare il costo della gestione degli acquedotti, della depurazione e delle fognature per arrivare a un valore unitario. L’operazione, che sarà effettuata a step a partire dal 2018, dovrebbe concludersi nell’arco di tre anni: al termine dei conteggi in alcune località gli abitanti si ritroveranno bollette leggermente più salate mentre in altre potranno risparmiare qualcosa. Ora il costo medio del servizio idrico integrato (esclusi i comuni confluiti in Brianzacque nel 2017) si attesta a 1,06 euro al metro cubo con oscillazioni che vanno dai 92 centesimi di Cogliate fino a 1,11 euro applicato a Seregno, Verano, Lissone, Nova Milanese e Bovisio Masciago. La futura tariffa unica dovrebbe assestarsi in una fascia mediana dato che a Monza, la città di gran lunga più grande, i residenti versano 1,05 euro il metro cubo.
Le diversità di prezzo costituiscono il retaggio della gestione degli acquedotti varata parecchi decenni fa quando ogni comune aveva un proprio impianto e definiva il costo del servizio: a Limbiate, ad esempio, sono in vigore tre tariffe, di cui una per il Brollo, e solo sulla carta tutti gli abitanti pagano l’acqua 1,05 euro il metro cubo. Il risultato sono le 168 voci complessive che dovranno essere ridotte a 3.
«Con Ato – spiega il presidente di Brianzacque Enrico Boerci – stiamo facendo un grande lavoro, condiviso con i sindaci. Abbiamo imboccato questa strada perché è giusto che i cittadini spendano la stessa cifra per ottenere un identico servizio».
«L’omogeneizzazione – anticipa il vicepresidente di Ato Roberto Borin – sarà attuata in modo graduale: a ogni step le variazioni di prezzo non dovranno superare il 10%». Ogni anno in Provincia di Monza, secondo le stime di Brianzacque, una famiglia media consuma 162 metri cubi di acqua per una spesa attorno ai 162 euro.
«Abbiamo finanziato – afferma Boerci – la sostituzione dei contatori tradizionali con altri più avanzati che possono essere letti da remoto, senza l’intervento dell’operatore, e che consentirebbero di far funzionare gli acquedotti sulla base dei consumi. Stiamo, inoltre, cercando di capire se sarà possibile installare contatori multifunzionali in grado di calcolare anche i consumi del gas». Gli eventuali limiti da superare sono di natura tecnica viste le collaborazioni avviate dalla partecipata con Acsm-Agam e Gelsia.