Besana, incidente mortale nel cantiere edile: 2 anni di condanna per il titolare

Due anni di reclusione per omicidio colposo al titolare di un cantiere edile dove nel 2022 perse la vita un 50enne a causa del ribaltamento di un escavatore
Il luogo dell’incidente sul lavoro a Besana
Il luogo dell’incidente sul lavoro a Besana

Due anni di reclusione per omicidio colposo. È la condanna inflitta in primo grado all’imprenditore edile residente a Rogoredo, frazione di Casatenovo, ritenuto responsabile della morte dell’operaio Stefano Anastasio, 50 anni, deceduto nel gennaio 2022 in un incidente all’interno di un cantiere a Cazzano, frazione di Besana in Brianza. L’uomo stava manovrando un escavatore quando il mezzo, improvvisamente, perse aderenza al terreno e si ribaltò su un fianco. Anastasio, che non indossava la cintura di sicurezza, fu sbalzato fuori dall’abitacolo e venne travolto dalla cabina del mezzo, morendo sul colpo.

Besana, operaio 50enne morto dopo il ribaltamento dell’escavatore: era senza cintura si sicurezza

La sentenza è stata pronunciata venerdì 27 giugno dal giudice del tribunale di Monza, Dario Salerno, che ha accolto le tesi dell’accusa e delle parti civili. All’imprenditore è stata contestata l’omessa vigilanza sull’adozione delle misure di sicurezza all’interno del cantiere. Secondo il giudice, l’uomo avrebbe dovuto impedire ad Anastasio di lavorare senza cintura, anche arrivando -come sostenuto dai legali della famiglia della vittima– a un provvedimento drastico: «Avrebbe dovuto ammonirlo, se necessario licenziarlo, per salvargli la vita», hanno dichiarato in aula gli avvocati Alessandro Petito e Domenico Raschellà. Una linea dura, condivisa dal giudice, che ha negato all’imputato la sospensione condizionale della pena, considerando una precedente condanna irrevocabile emessa dal tribunale di Lecco per un altro infortunio sul lavoro, non mortale.

Besana, la condanna all’imprenditore edile: non ha vigilato sulla sicurezza

Il fatto risale all’11 gennaio 2022. Anastasio si trovava in un cantiere in via della Fontana, a Cazzano, dove erano in corso lavori per la costruzione di un nuovo edificio. Durante la manovra, l’escavatore si inclinò pericolosamente e si rovesciò lateralmente: l’operaio fu sbalzato all’esterno e travolto dalla struttura del mezzo. Immediato l’intervento dei soccorsi, che non poterono far altro che constatarne il decesso. Nel corso del processo, la difesa dell’imprenditore –rappresentata dall’avvocato Nino De Benedetti– ha cercato di smontare l’impianto accusatorio, sostenendo che la tragedia sia da attribuire esclusivamente a una negligenza del lavoratore. «Raccomando sempre agli operai di allacciarsi le cinture», ha dichiarato l’imputato. Il tribunale, però, ha ritenuto che l’imprenditore, in qualità di datore di lavoro, fosse tenuto a un controllo più rigoroso sul rispetto delle norme di sicurezza. La sentenza prevede anche risarcimenti provvisionali per oltre 400mila euro in favore dei familiari della vittima, che hanno seguito l’intero iter giudiziario. Le motivazioni della decisione saranno depositate entro novanta giorni. La difesa ha già annunciato l’intenzione di presentare ricorso in Corte d’Appello.

L'autore

Laureata in Comunicazione e media digitali, sono una giornalista freelance. Collaboro con Il Cittadino di Monza e Brianza, dove seguo la cronaca di Giussano e Besana. Mi occupo di cronaca, politica e salute e benessere anche per testate di rilevanza nazionale.