È stato rinviato a giudizio il padre che, nel giugno 2024, era stato trovato dai carabinieri in un prato a Besana in Brianza con il figlio 39enne legato a una corda, tenuta in mano come fosse un guinzaglio. L’uomo aveva spiegato ai militari di temere che il figlio potesse fuggire perché “posseduto da un demone” e che per questo lo stava portando da alcuni “mistici” impegnati in un rituale di liberazione spirituale. Il caso aveva portato i carabinieri a effettuare anche una perquisizione nell’abitazione della famiglia. Nella casa erano stati trovati diversi libri legati a pratiche di guarigione spirituale, tra cui un testo di Pino da Missaglia, fondatore della Comunità Nostra Signora di Lourdes e San Luigi Orione di Missaglia, dedicato all’aiuto tramite la preghiera di chi vive una condizione di sofferenza fisica e spirituale.
Rinvio a giudizio: la decisione del Gup Colella
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la corda non sarebbe stata utilizzata soltanto all’esterno. Il padre avrebbe legato mani e piedi del figlio anche in casa, in particolare quando doveva essere lavato, sostenendo che fosse necessario per evitare comportamenti ritenuti ingestibili. Dopo l’intervento dei militari era scattato l’arresto e l’uomo, incensurato, era stato portato prima in carcere e poi ai domiciliari. Il Gup del tribunale di Monza Angela Colella ha ora disposto il rinvio a giudizio per il reato di sequestro di persona. Sia la difesa sia la procura di Monza avevano chiesto l’archiviazione del procedimento, ottenendola solo per l’ipotesi di reato di maltrattamenti. Il processo si aprirà il prossimo aprile davanti al tribunale di Monza.
Rinvio a giudizio: decisiva una segnalazione dei Servizi sociali
L’intervento dei carabinieri era stato attivato dopo una segnalazione dei Servizi sociali del Comune. Quando i militari avevano raggiunto l’abitazione, avevano trovato la madre del 39enne. La donna aveva raccontato che nei giorni precedenti il figlio si era mostrato “particolarmente aggressivo”, tanto da dover essere immobilizzato per evitare che potesse fare del male a sé o agli altri. Appurato che il giovane fosse fuori casa con il padre per una passeggiata, la pattuglia aveva raggiunto il parco dove i due si trovavano. Secondo quanto riferito dai carabinieri, il 39enne era stato trovato “visibilmente trasandato e in stato confusionale”, legato alla corda impugnata dal padre. L’uomo si era opposto alla richiesta dei militari di far intervenire il personale sanitario, ribadendo che non si trattava di un problema di salute ma di una condizione di possessione demoniaca. La madre aveva invece spiegato che il figlio soffriva di problemi di salute e che “negli ultimi tempi” non era stato seguito da professionisti o strutture “per volontà del padre”. Alla fine i carabinieri avevano richiesto l’intervento del 118: il 39enne era stato accompagnato in ospedale a Vimercate in codice verde, mentre il padre era stato arrestato.