Attesi in 1.500 a Monza per la Pasqua ortodossa

Domenica 5 maggio si celebra la Pasqua ortodossa: i riti del triduo, attesi a Monza 1.500 fedeli in preghiera tutta la notte.
Pasqua ortodossa san Gregorio
Pasqua ortodossa san Gregorio

Le funzioni della domenica dei salici, che si sono svolte il 28 aprile, hanno ufficialmente aperto la settimana santa in vista della Pasqua ortodossa che verrà celebrata domenica 5 maggio. Alla parrocchia di Tutti i santi di via Guarenti, chiesa di riferimento per i fedeli ortodossi rumeni di Monza e del territorio, ma anche moldavi e ucraini, sono attesi circa 1500 fedeli. A presiedere le funzioni solenni sarà padre Pompilio Nacu, parroco della comunità, accompagnato anche quest’anno nelle celebrazioni dal figlio, padre Eugen Nacu, anche lui sacerdote nella comunità monzese.

Attesi in 1.500 a Monza per la Pasqua ortodossa: la veglia prende inizio alle 23 di sabato, fedeli con una candela accesa

La settimana santa, così come accade nella Chiesa cattolica, culminerà con la solenne veglia di Pasqua che prenderà il via sabato 4 maggio, alle 23, nel giardino della chiesa Tutti i santi. La piccola chiesa infatti può ospitare solo pochi fedeli. Tutti gli altri seguiranno la liturgia dal prato che si trova davanti all’ingresso. Una veglia destinata a durare, come da tradizione, tutta la notte.

Hristos a inviat! Adevarat a inviat”, “Cristo è risorto, sì è veramente risorto” è il saluto che migliaia di volte risuonerà nella notte di Pasqua tra i fedeli. Ognuno di loro raggiungerà la chiesa di via Guarenti portando con sé una candela accesa lungo il tragitto, segno della luce del Signore risorto. Ma non solo.
La tradizione ortodossa contempla anche un cesto dentro il quale devono essere riposti alcuni alimenti per poter celebrare la Pasqua: vino rosso, la colomba artigianale e le uova sode dipinte di rosso, il colore che ricorda il sangue di Cristo.

Attesi in 1.500 a Monza per la Pasqua ortodossa: per tutta la notte, poi domenica la funzione solenne

La funzione continuerà tutta la notte, alternando letture delle Scritture e canti, e si concluderà solo alle prime luci dell’alba nel giorno solenne della Pasqua di risurrezione, domenica 5 maggio. I fedeli che fino a quel punto avranno resistito in preghiera durante la notte si incammineranno verso le loro case, per poi tornare di nuovo in chiesa per la solenne funzione della mattina di Pasqua. Il cibo benedetto durante la notte della veglia dai sacerdoti verrà poi portato a casa per essere consumato in famiglia sulla tavola della festa.
Una cerimonia che è il momento di aggregazione più sentito dalla comunità ortodossa, dove poter mantenere vive i gesti della propria tradizione. Come l’abitudine di portare con sé, nella notte di Pasqua, un oggetto nuovo, mai usato prima, come un capo di abbigliamento, segno anche quello della novità, della nuova vita, segno di risurrezione.

Attesi in 1.500 a Monza per la Pasqua ortodossa: il problema degli spazi

Impossibile per tutti poter accedere alla piccola chiesa di Tutti i santi. E così i fedeli per tutta la notte si metteranno in coda per poter entrare in chiesa almeno qualche minuto, il tempo di depositare davanti ai sacerdoti l’elenco dei nomi delle persone care, vivi e defunti. Una lista che viene poi riletta interamente la mattina seguente, durante la celebrazione di Pasqua.

E proprio la mancanza di spazi adeguati per contenere i fedeli durante le celebrazioni più affollate è un problema che da anni il clero ortodosso rumeno cerca di affrontare. È pronto da tempo il progetto per l’ampliamento dell’oratorio attiguo alla chiesa.
«L’iter purtroppo è molto lungo – spiega padre Nacu – ogni volta dobbiamo aggiungere nuova documentazione. Il progetto è pronto, speriamo di poter avviare il cantiere al più presto».

Attesi in 1.500 a Monza per la Pasqua ortodossa: i riti del triduo

In attesa della solenne veglia i fedeli potranno partecipare, così come avviene per i cattolici, ai riti del triduo. Particolarmente toccante quello del venerdì santo, quando l’immagine di Cristo nel sepolcro viene portata in processione, accompagnata dalle preghiere intonate dai sacerdoti e dalla comunità. Il profumo tipico del venerdì santo ortodosso è quello del basilico, poiché secondo la tradizione la collina del Golgota, dove fu crocifisso Gesù, era ricoperta da questa pianta

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.