Porterebbero nell’orbita della Foa Boccaccio le indagini avviate in seguito all’imbrattamento dell’arengario di Monza del mese di maggio, nei giorni della presenza sul territorio della manifestazione Italian Raid Commando. Dopo aver sporto denuncia contro ignoti, il sindaco Paolo Pilotto ha confermato la volontà del Comune di costituirsi parte civile “nei confronti di chiunque risulterà responsabile, per un giusto risarcimento dei danni subìti dai cittadini di Monza”.
Arengario imbrattato: l’attacco del centro sociale al sindaco
È stato proprio il centro sociale a fare sapere che “la mattina di mercoledì 3 luglio 2025 tre nostri compagni sono stati perquisiti dalla polizia presso le loro abitazioni a Monza e in Brianza, in relazione a un’indagine avviata dalla Procura di Monza su denuncia del Sindaco Pilotto”. Spiegando che “i fatti contestati si riferiscono alla comparsa a Monza di alcune scritte contro la guerra, il riarmo e la presenza dei militari nelle città, per le quali si ipotizza il reato di imbrattamento e vilipendio delle forze armate”.
Un atto che sarebbe conseguenza del “silenzio assordante del Sindaco Pilotto” sulla manifestazione militare, “rotto esclusivamente dalla “ferma condanna” per le scritte antimilitariste comparse sui muri cittadini, con particolare riferimento a quelle comparse sull’Arengario e su edifici del centro”.
“La Monza di Pilotto è attenta ai giovani e alle loro esigenze, ma per loro ci sono solo sbirri, sgomberi, telecamere e street tutor – affonda il Boccaccio – Lo scenario è chiaro (…). Il riarmo prende forma e ci impoverisce, le guerre uccidono ovunque dentro e fuori l’Europa(…) Mentre di guerra si muore, l’unico vero sfregio è indignarsi per un muro sporco. Solidali e complici con chi è indagato”.
Arengario imbrattato: le riflessioni di Pilotto
La replica del sindaco non si è fatta attendere. “Che FOA Boccaccio, al posto di prendere le distanze da chi si fosse reso responsabile di questo sfregio alla storia e alla vita della città, decida invece di rovesciare la sua rabbia contro chi cerca di mantenere il dialogo all’interno di un contesto civile, governato dalle norme della convivenza, è fatto semplicemente incomprensibile”, ha riflettutto Paolo Pilotto.
“Preservare la cultura della legalità, chiedere il rispetto delle leggi non può provocare ogni volta attacchi che mirano ad ascrivere le politiche di una città a una visione miope e volgare, di volta in volta guerrafondaia, speculativa, collusa – ha continuato – Non è il senso delle nostre scelte con i giovani, con gli anziani, con le persone in difficoltà, con le scuole, con le associazioni culturali e sportive, o della nostra collaborazione con il terzo settore. Non è nemmeno il senso delle nostre azioni a favore delle opere per la scuola, per la cultura, per lo sport, per le politiche della casa”.
“Se rileggiamo il senso delle scelte che la città sta facendo in opere e servizi pubblici, credo che molti possano individuare facilmente una specifica attenzione alla persona e alla comunità. Se vogliamo confrontarci sulle sorti di una comunità, possiamo sempre farlo, e la possibilità è data a tutti. Ma all’interno di un contesto dove le regole comuni valgano per tutti. E proprio perché valgono per tutti, possono diventare garanzia proprio per chi ha opinioni diverse da fare valere attraverso la relazione, il linguaggio, il riferimento ai contenuti”, ha concluso il sindaco.