Ambiente: le ninfee nella lista nera del Parco delle Groane, belle ma “troppo invasive”

Il Parco delle Groane e della Brughiera Briantea nel mese di ottobre ha avviato la rimozione delle ninfee, nella lista delle specie invasive.
Parco groane Fior di Loto
Parco groane Fior di Loto

Bella, ma invasiva. Così se alle ninfee che ispirarono l’impressionista Claude Monet è dedicato un ammiratissino lago del giardino di Giverny, nella casa normanna del pittore, le colleghe brianzole sono nella lista delle specie invasive e destinate alla rimozione nei laghetti della Mordina a Mariano Comense. Lo ha comunicato il Parco delle Groane e della Brughiera Briantea, con sede a Solaro, che nel mese di ottobre “ha dato avvio ai lavori di controllo e contrasto alla diffusione del fior di loto” nei laghetti nei pressi della Cascina Mordina.

Parco groane Fior di Loto
Parco groane Fior di Loto

Ambiente: le ninfee nella lista nera del Parco delle Groane, un problema per le altre piante acquatiche

Una decisione presa a salvaguardia della biodiversità. Il fior di loto, spiega il Parco, “è una pianta acquatica perenne originaria dell’Asia, oggi diffuso in gran parte delle zone a clima mite del pianeta, compresi i Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo. La sua diffusione è legata non solo alla bellezza ornamentale, ma anche ai numerosi utilizzi nella tradizione popolare, come pianta medicinale e alimentare“.

Ma è una pianta perenne capace di crescere fino a due metri, “con rizoma (parte del fusto) strisciante nel fango“, grandi foglie “spesso portate diversi decimetri sopra il pelo dell’acqua da un robusto picciolo lungo più di un metro“. I fiori profumati, “portati al di sopra delle foglie, hanno un diametro di 18-35 cm; il colore è di solito rosa, raramente bianco o giallastro“. Soprattutto la sua capacità di proliferareostacola la crescita di altre piante acquatiche, ne fa una presenza problematica per l’equilibrio degli ecosistemi“.

E così, pur spettacolare, il fior di loto nei laghetti della Mordina negli ultimi anni “ha quasi completamente ricoperto la superficie dello specchio d’acqua” e sarà rimosso.
L’obiettivo – conclude il Parco – è restituire equilibrio all’habitat e preservare la biodiversità dell’area, ridando vitalità a un ambiente di grande valore naturalistico e paesaggistico“.

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