Allarme siccità dei Parchi fluviali, anche l’Adda nord invita a evitare sprechi

I Parchi fluviali lombardi, tra cui il Parco Adda Nord, in un comunicato stampa hanno espresso la loro preoccupazione per lo stato di siccità che determina la mancanza d’acqua nei bacini idrici e l’aridità dei campi per stagione agricola.
Foto dell'adda con il livello basso E foto di Fiorenzo dentro uno dei canali che portano acqua alla centrale privo di acqua nelle scorse settimane
Foto dell’adda con il livello basso E foto di Fiorenzo dentro uno dei canali che portano acqua alla centrale privo di acqua nelle scorse settimane Marco Testa

Siccità sulla pianura padana: preoccupa la mancanza d’acqua nei bacini idrici e l’aridità dei campi per stagione agricola. Con la pressoché totale mancanza di precipitazioni che si è registrata in inverno – il 60% di neve e l’80% di pioggia in meno rispetto alla media stagionale – e il trend che non sembra essere cambiato nemmeno con l’inizio della primavera, iniziano a farsi ascoltare i numerosi allarmi lanciati dalle istituzioni e dalle associazioni di categoria presenti sul territorio.

Già nelle scorse settimane è stato documentato quanto il livello dell’Adda sia in questo momento ai suoi minimi storici, con alcuni punti del fiume che possono essere guadati a piedi fino alla sponda bergamasca e le turbine delle centrali elettriche Bertini e Esterle spente per alcuni giorni a causa di mancanza d’acqua.

In settimana un punto sulla situazione è stato fatto proprio dai Parchi fluviali lombardi, tra cui il Parco Adda Nord, che in un comunicato stampa hanno espresso la loro preoccupazione: “Questa è la prima volta che la crisi idrica inizia a fine inverno, quando terreni e falde acquifere si riforniscono in vista dell’estate – si legge nel comunicato di Federparchi – Si tratta di un problema globale, ma sono i parchi fluviali a risentirne maggiormente perché preoccupati per la tutela dell’ecosistema e della biodiversità fluviale”.

Nelle scorse settimane un allarme simile era stato lanciato dal presidente del Parco regionale della valle del Lambro Marco Ciceri che per esemplificare la situazione del fiume aveva riferito che “il 50% delle portate rilevate nella parte più meridionale del parco deriva dagli scarichi dei depuratori quando, invece, per uno stato qualitativo sufficiente delle acque, l’apporto dei depuratori non dovrebbe superare il 5%”.

La mancanza di pioggia inizia a farsi sentire anche per il settore agricolo. Essendo un territorio non irriguo, solo le precipitazioni possono dare l’apporto di acqua necessaria alle coltivazioni e la totale assenza di queste potrebbe compromettere sia colture seminate in autunno, come orzo e frumento, sia per le lavorazioni previste per questo periodo (mais e soia) che posso essere rese problematiche dai terreni aridi. In tal senso Coldiretti era intervenuta a fine marzo.

«La situazione è critica – aveva affermato Sergio Meroni, segretario Coldiretti per la zona di Monza e Brianza -. Con buone quantità di pioggia i cereali piantati in autunno dovrebbero salvarsi, ma per riempire i bacini dovrebbe piovere per un mese intero. Se le condizioni non dovessero cambiare, è possibile ipotizzare di anticipare le semine di mais e soia, coltivandole secondo cicli più brevi». 

Vista la situazione le istituzioni invitano tutta la cittadinanza a fare la propria parte ed evitare inutili sprechi d’acqua.

Per Francesca Rota infatti, presidente del Parco Adda Nord «le criticità conseguenti alla crisi idrica di questa tanto particolare annata – ha espresso in un comunicato – incidono sulla stagione agricola in avvio, sul sistema ambientale, con risvolti concreti sull’economia della pianura padana, sulla conservazione della funzionalità degli ecosistemi fluviali, ma anche sugli approvvigionamenti idrici umani».