Al camposanto maggiore di via Reggio a Seregno, nella mattinata di sabato 6 novembre, un gruppo di famigliari e amici ha reso omaggio alla lapide dei caduti seregnesi della Rsi (Repubblica sociale italiana), in occasione del 4 novembre deponendo una corona d’alloro, fiori e lumi. Un rito che si ripete da sei anni. Durante l’intervento di saluto e di memoria, il seregnese Norberto Bergna, delegato del comitato onoranze caduti Rsi delle provincie di Milano e Monza e della Brianza, ha sottolineato che «il 1 novembre al campo 10 del cimitero maggiore di Milano sono stati ricordati i 930 caduti, tra i quali anche quattro seregnesi: Franco Arioli, Carluccio Dell’Orto, Lino Galli e Pino Rondelli. La lapide nel locale camposanto ricorda 18 seregnesi caduti durante il periodo della Rsi, che vanno ad aggiungersi ai quattro presenti a Milano e tre dispersi». Poi ha aggiunto: «Con loro quattro desideriamo ricordare il giovane legionario della Guardia del Duce di Monza Silvano Frigerio, il caporale tedesco Helmut Hahm, il civile Giuseppe Tagliabue di Desio, Flavio Calvo di Frattamaggiore, sergente della Waffen SS italiana, il dottor Mario Mangani di Cremona, capo redattore del giornale Regime Fascista, Giuseppe Bersani e Angelo Magni di Carate Brianza, uccisi nella notte tra il 2 e 3 maggio 1945 sotto i ponti della ferrovia, allora corso Littorio, oggi via allo Stadio. Morti per mano dei seregnesi».
Ha chiuso il suo intervento leggendo una lettera che il giornalista Alberto Giovannini, nel 1959, aveva scritto alla figlia Marzia.