Marco Sorbara, ex assessore regionale della Valle d’Aosta, ha trascorso in carcere da innocente 909 giorni. «Ogni otto ore un innocente entra in carcere e lì dentro viene spogliato di tutto, dei vestiti, di quello che ha addosso, della libertà e della dignità». È un pugno allo stomaco il racconto dell’ex detenuto del carcere di Biella che oggi racconta da uomo libero ai ragazzi e a chiunque voglia ascoltarlo cosa è veramente il carcere. Lo ha fatto anche giovedì 17 luglio, sotto l’arengario, a Monza, ospite dell’evento di piazza promosso dalla Camera penale di Monza con il coordinamento delle Camere penali della Lombardia, per puntare ancora l’attenzione sul tema delle carceri, dove nei primi sette mesi di quest’anno si sono tolti la vita 131 detenuti.
«I carabinieri hanno bussato alla mia porta alle 3 di mattina del 23 gennaio 2019, e portato nel carcere di Biella – continua Sorbara -. Qui sono rimasto in isolamento per 45 giorni, 33 dei quali senza poter avere alcun contatto con la mia famiglia. Senza acqua calda, senza tv o radio con il solo letto di ferro. Poi hanno riaperto la cella e sono stato portato tra i detenuti comuni». Un’esperienza devastante di cui porta i ricordi delle botte e delle liti anche sul corpo. L’accusa era gravissima: concorso esterno in associazione mafiosa.
«Il carcere per me non è finito con la totale estraneità dai fatti a me contestati, la pena ti segue anche fuori perché gli articoli di giornale online e la mia storia hanno significato un problema anche solo per prendere una casa in affitto».

La manifestazione a Monza per la situazione delle carceri: in Sanquirico 735 detenuti, capienza di 411
Il senso di questo momento di piazza è dunque questo, come ha ribadito il presidente della Camera penale di Monza, Marco Negrini. «Lo stimolo è arrivato dalla denuncia pubblica della direttrice del carcere di Monza che ha denunciato durante un consiglio comunale la situazione di enorme disagio che vive il nostro carcere. Siamo qui oggi per raccontare alla cittadinanza che nel nostro Paese sta accadendo qualcosa di profondamente sbagliato, la pena non è diventata solo espiazione ma una pena nella pena. Oggi il carcere non è luogo di rieducazione ma di recidivanza. Se questo il cittadino lo capisce, capisce che stiamo parlando di un interesse che riguarda tutti».
Oggi i dentuti nella casa circondariale di via Sanquirico sono 735 a fronte di una capienza massima di 411. Per cercare di comprender meglio cosa significhi davvero il sovraffollamento, in piazza è stata riprodotta nelle misure reali la cella dove Marco Sorbara ha trascorso i suoi 45 giorni di isolamento: una stanza di 4,30 metri per 2,30 metri. «La situazione anche a Monza è molto difficile. L’estate è il periodo più complicato da vivere in carcere con il caldo torrido, soprattutto nei piani più alti, e la fine delle attività. Proviamo a inventarci iniziative con le associazioni di volontariato ma è poca cosa. Si vivono questi mesi con grande difficoltà e pessimismo», ha spiegato Cosima Buccoliero, direttrice della casa circondariale di Monza.
La situazione carceri, il garante di Sanquirico: “La custodia cautelare dovrebbe essere l’estrema ratio”
Tra i relatori anche il garante dei detenuti di Monza, Roberto Rampi, che ha ricordato come «la custodia cautelare dovrebbe essere l’estrema ratio e dovrebbe durare poco. Non è così. Le persone che a norma di legge vigente in carcere non ci dovrebbero stare sono invece detenute, e questo è all’origine del problema: tenere in carcere persone in attesa di giudizio è un disastro».
Il lavoro per i detenuti anche a fine pena resta spesso una chimera. «Fatichiamo a intercettare imprenditori esterni e creare opportunità di lavoro anche con detenuti che potrebbero tranquillamente accedere a misure alternative – ha continuato Buccoliero -. A Monza si trovano 170 detenuti che hanno da scontare meno di due anni di carcere, per loro si potrebbero creare opportunità se si risolvessero problemi come il lavoro, la casa e perfino l’ottenimento dei documenti».
Tante le voci sotto l’arengario. Oltre ai presidenti della Camere penali anche l’assessore al welfare del Comune di Monza, Egidio Riva, la consigliera regionale Alessia Villa, presidente della commissione carcere della Regione, il consigliere Paolo Piffer, di Civicamente, promotore con l’associazione Geniattori dell’acquisto di oltre duecento ventilatori per le celle del carcere di Monza e diversi consiglieri di tutti gli schieramenti.