Groane: un emporio internazionale dello spaccio con cento pusher guidati da trafficanti del Nordafrica

I carabinieri di Desio sono sulle traacce dei capi al vertice di una piramide internazionale di spacciatori maghrebini

L’hashish? Arrivava dalla Spagna. Eroina e cocaina invece venivano spedite dall’Olanda. Era un emporio internazionale della droga quello che ogni mattina riforniva il parco dello spaccio delle Groane: 8mila ettari di boschi a nord ovest di Milano trasformati da oasi ambientale a piazza dello spaccio. Un mercato degli stupefacenti capace di competere ad armi pari con quello di Rogoredo. E “cervello” di uno dei più grandi supermarket della droga della Lombardia era in Nordafrica. A capo di una piramide di almeno cento tra trafficanti, pusher e piccoli spacciatori c’era una banda di maghrebini.

Brillante operazione del comandante Maurizio Guadalupi

È orgoglioso il comandante dei carabinieri di Desio, Maurizio Guadalupi. Insieme al collega della tenenza di Cesano Maderno, Sebastiano Ciancimino, ha inferto un “colpo mortale” a un’organizzazione che sembrava invincibile, proseguendo e portando a compimento il lavoro iniziato dal suo predecessore, capitano Mansueto Cosentino, e dal suo successore, maggiore Luigi Perrone. Due i filoni di inchiesta: uno della Dda di Milano e l’altro della procura di Monza. Le indagini erano iniziate nell’agosto 2019 quando due spacciatori senegalesi erano stati colpiti con un colpo di pistola e un colpo di machete.

Giro d’affari di quattro milioni di euro

Un’escalation di tensione che aveva spinto i carabinieri a lavorare senza sosta per estirpare un fenomeno senza precedenti in Brianza. L’immenso parco naturale era stato trasformato in terreno di scontro tra bande rivali. Oggetto del contendere: un fiume di denaro: un giro d’affari di almeno quattro milioni di euro con un migliaio di clienti. Internet e whatsapp erano i portali sui quali viaggiano migliaia di transazioni economiche al giorno. I clienti prendevano accordi con i pusher con i social con messaggi whatsapp. Arrivavano da tutta la Lombardia e la Svizzera sui treni Trenord. Scesi dalle stazioni di Cesano e Ceriano Laghetto, si infilavano nsi sentieri e protetti dalla fitta boscaglia acquistavano droga.

Bande rivali protette dall’impunità dei boschi

Dentro il grandissimo parco, un tempo meta di sportivi, famiglie e appassionati di natura, si annidavano temibili e in apparenza imprendibili bande rivali di spacciatori. Vivevano in improvvisate baracche, sotterrando nel sottobosco droga ma anche denaro e libri contabili. E quando si spostavano, utilizzavano auto di lusso con doppi fondi nell’impianto di aerazione, che conteneva partite di droga all’andata e mazzette di denaro al ritorno. Le indagini, complesse e tuttora in corso, sono state messe a segno in collaborazione con la polizia tedesca e quella spagnola. Ora i carabinieri sono sulle tracce dei capi dell’enorme traffico di droga, tuttora latitanti.