Giornata contro la violenza sulle donne, White Mathilda: «In archivio quasi 3mila casi, la lotta inizia da noi stessi»

Martedì 25 novembre, Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne: l'associazione desiana White Mathilda incontra gli studenti.
Desio Luisa Oliva White Mathilda
Desio Luisa Oliva White Mathilda

Un’altra occasione mancata? Ogni anno, si spera di no. O almeno, un po’ meno. Martedì 25 novembre, la grande occasione tornerà a essere quella della lotta per l’eliminazione della violenza contro le donne. Dove piccole realtà di abuso non trovano ancora eco nei notiziari, l’Aps desiana White Mathilda esiste da quindici anni con lo scopo di tendere loro una mano. La fondatrice, Luisa Oliva, classe ’46, dal 2010 porta in sé l’idea che dalla violenza possa nascere la lotta alla violenza: «Solo nel 2009 lo stalking diventava reato. Allora appresi una necessità, cioè quella di dover agire a favore dei “più deboli”».

Giornata contro la violenza sulle donne, White Mathilda: il 25 novembre incontro con gli studenti

Il 25 novembre l’incontro della sua associazione con più di 500 studenti seduti sulle tribune del PalaDesio per aprire il dialogo al contrasto della violenza di genere.

Ancora nel 2025, e già oggi più di ieri, si parla di violenza come fenomeno da eliminare. Come mai questo fatto?
«La violenza, purtroppo, sarà sempre con noi. Ci sarà sempre. È una realtà insita dell’essere umano, anche se assume forme diverse. C’è la violenza che si vede e quella che esiste ma è invisibile: i giovani soprattutto devono accorgersi di questa differenza».

Giornata contro la violenza sulle donne, la storia di White Mathilda

Nel 2010 ha fondato White Mathilda, l’associazione schierata a favore delle vittime di violenza.
«Conserviamo in archivio quasi 3000 casi. Dal 2010 a oggi per noi, come primo centro antiviolenza in Italia, nato a Desio (un piccolo primato di cui la città brianzola è fiera) è stato un continuo dialogo con i “più deboli”. Noi lottiamo per loro e con loro perché sentiamo che c’è la necessità di farlo. È un mestiere che spesso si scontra con situazioni di disagio, dove vigono la paura, la vergogna, il trauma. Ma nella sofferenza si trova un insegnamento unico: bisogna lottare e continuare ad avere fede».

Come si è sviluppata l’associazione negli anni dalla fondazione?
«Io venivo da un contesto che non poteva essere più diverso: ero truccatrice a Cinecittà. Nel 1968 facevo il trucco a “Maigret” il detective inventato dallo scrittore Georges Simenon e interpretato dall’attore Gino Cervi e a Bud Spencer,il gigante buono che assestava pugni a tutti i cattivi, ma senza far male a nessuno. Mio marito, Claudio Catozzo, era direttore di fotografia. Vivevamo di spettacolo per lo spettacolo. Mi avvicinai al mondo delle associazioni come volontaria dopo una terribile malattia per la quale mi operai. L’allora sindaco di Desio, Giampiero Mariani (centrodestra), accolse a braccia aperte la mia proposta di fare un centro che contrastasse la violenza di genere e in 48 ore mi permise di aprire, in Comune, uno Sportello di ascolto. Oggi White Mathilda è una realtà con due sedi a Desio e Seregno. Nel 2017 è entrata a far parte di Artemide” la rete interistituzionale che lega a Monza i restanti 54 comuni di Monza e Brianza».

Giornata contro la violenza sulle donne, White Mathilda: i più giovani

“Giovani in prima linea contro la violenza” è il progetto di questo 25 novembre. Dove può aiutare i giovani a combattere la violenza di genere?
«Le nuove generazioni di ragazze e ragazzi hanno tutto e subito. Per questo, però, hanno anche più fragilità e corrono più rischi».