Monza: Sara Rizzetto quarta ai Mondiali di aquilone

Ha sfiorato il podio a Wuhan nell'acrobatico quattro cavi. Nei giorni scorsi uno spettacolo in piazza nella sua città natale.
Sara Rizzetto a Wuhan
Sara Rizzetto a Wuhan

Ha fatto un breve rientro a Monza, perché ormai vive e lavora a Trieste. E il ritorno alla base, per la monzese Sara Rizzetto, è stato “giustificato” da una manifestazione aquilonistica. Una motivazione prevedibile, visto che Sara, 33enne laureata in tecniche di laboratorio biomedico, ormai da anni fa parte della élite mondiale di questa disciplina.

Monza: Sara Rizzetto nell’avventura di Wuhan

Già nel 2018, per esempio, aveva contribuito al buon svolgimento dei mondiali di calcio in Russia. Gli stessi mondiali ai quali la nostra nazionale non prese parte. Lei ci andò e animò la cerimonia di inaugurazione con una squadra composta da appassionati arrivati a Mosca da Francia, Spagna, Inghilterra, Olanda, Russia e Italia. Un grande avvenimento sportivo come il mondiale di calcio, allora, era ancora un’occasione di aggregazione e di fratellanza. Gli altri due piloti nostrani erano Werther Secchi e Guido Maiocchi. La monzese “volante” è ormai abituata alle manifestazioni internazionali. Recentemente ha preso parte ai primi campionati mondiali di aquilonismo acrobatico quattro cavi. Il meglio del meglio di questa disciplina si è confrontata nei cieli di Wuhan, in Cina. Sara si è piazzata in quarta posizione. Alle prove iridate hanno partecipato anche Luca Maiocchi di Brugherio e Jacopo Castiglioni di Seregno.

Monza: Sara Rizzetto e l’arte dell’aquilone giapponese

Alcuni dei migliori specialisti si sono ritrovati domenica in piazza Trento e Trieste a Monza. All’appuntamento “Edo Kryu Dako“, organizzato da Rosella Fusi, titolare della galleria Arti-sta di vicolo Lambro 1, erano presenti anche Aristide Prandelli di Brescia, Alex Turchet di Pordenone e il figlio Michele, Giuliano Pinciroli di Cerro Maggiore, Eugenio Arigò di Garbagnate, Paolo Ferrandi di Milano e il figlio Francesco. C’era ovviamente anche Franco Rizzetto, papà di Sara, conoscitore delle tecniche per la realizzazione degli aquiloni giapponesi. «Solitamente – precisa Sara – siamo abituati a gareggiare vicino al mare. In Cina, invece, le gare si sono svolte su una collina, all’interno di un parco di intrattenimento. Le condizioni, insomma, non erano abituali. Ma non ho rimpianti. Gareggiare a un mondiale è comunque un’esperienza positiva».