Estorsione, acquisizione indebita di esercizi pubblici, buttafuori imposti anche con la forza: sono le accuse contestate a una decina di imputati, residenti tra Monza, Desio, Seregno e Carate Brianza, su cui sta indagando il Tribunale di Monza, nell’ambito di un’operazione sul giro dei buttafuori nei locali della Brianza monzese. Affari sporchi che mostrano come la malavita avesse puntato la sua attenzione sulla sicurezza in alcuni locali alla moda della Provincia di Monza. Un desiano, in particolare, era riuscito a diventare il responsabile del servizio di sicurezza in un noto locale tra Carate Brianza e Seregno. L’uomo era stato licenziato dalla società per cui operava perché aveva tenuto dei comportamenti violenti, e la sicurezza nel locale da ballo era stata affidata a un’altra società, gestita da un ex buttafuori residente a Mariano Comense. L’ex responsabile della sicurezza risulta tra gli imputati di inchiesta contro la criminalità annidata nei locali pubblici in Brianza. A rappresentare l’accusa in aula le pm della Direzione distrettuale antimafia Sara Ombra e Cecilia Vassena. L’indagine, portata avanti dai carabinieri di Monza, è quella che nel 2020 era culminata nell’operazione Freccia, tornata a puntare l’attenzione su alcune famiglie originarie di Vibo Valentia accusate di gestire le cosche radicate a Seregno dopo la scure dell’inchiesta Infinito.
Buttafuori imposti con la forza, il Tribunale di Monza indaga sulla malamovida in Brianza
Affari sporchi che mostrano come la malavita avesse puntato la sua attenzione sulla sicurezza in alcuni locali alla moda della Provincia di Monza. Un desiano, era riuscito a diventare il responsabile del servizio di sicurezza in un noto locale tra Carate Brianza e Seregno
