Nelle parole soppesate con cura, scandite con chiarezza e precisione, ancora tutto il dolore che una vita intera non è riuscita a cancellare. Quando la staffetta partigiana Franco Rossi raccontava ai ragazzi i fatti del gennaio 1945 che hanno portato all’uccisione dei “tre martiri di via Boccaccio” a Monza, si commuoveva «come se le torture, gli interrogatori e le fucilazioni fossero accaduti il giorno prima, tanto erano ancora vividi nella sua memoria».
L’ultimo testimone diretto della strage si è spento mercoledì 18 giugno, all’età di 95 anni e le sezioni di Anpi del territorio (ma non solo) si sono strette alla famiglia, che ha scelto per l’ultimo saluto una forma strettamente privata. «Franco Rossi ha sempre fatto memoria. Tutti gli anni, in occasione delle commemorazioni in ricordo di Alfredo Ratti, Vittorio Michelini e Raffaele Criscitiello, non mancava mai di raccontare agli studenti del liceo artistico Nanni Valentini», che proprio davanti alla targa che ricorda “i martiri di via Boccaccio” passano tutti i giorni per entrare in classe, «cosa era successo quella notte», ricorda la presidente di Anpi Monza Emanuela Manco.
Monza, addio a Franco Rossi: i ricordi e la memoria
Del resto Franco Rossi era loro coetaneo, appena quattordicenne, quando decide di scendere in campo nelle fila delle formazioni antifasciste cittadine: «A lui e ad altri giovanissimi era stato affidato il compito di realizzare, in pieno centro, scritte contro il regime. Un’azione che aveva il fine di distrarre l’attenzione dall’operazione che altri compagni quella notte avrebbero cercato di portare a termine in via Volturno: assaltare la caserma per recuperare armi da destinare alla Resistenza». Le cose non vanno come sperato: in poco tempo tutti i componenti del gruppo vengono arrestati e trasportati nelle carceri della Villa reale, dove subiscono violenti interrogatori e torture. Tre di loro, poco più che ventenni, il mattino successivo saranno fucilati lungo il muro di via Boccaccio.
«Franco Rossi – commenta ancora Manco – era in grado di coinvolgere profondamente gli studenti. Lo scorso 25 gennaio è riuscito a parlare con loro ancora una volta e fino all’ultimo ha preso parte alle iniziative organizzate per celebrare gli ottant’anni dalla Liberazione». Con ogni probabilità avrebbe partecipato anche alla festa provinciale che Anpi ed Emergency hanno organizzato a Cesano Maderno: sotto il cappello di “80 anni dalla Liberazione, è Festa”, sono in calendario fino a domenica 29 giugno incontri e dibattiti.