Seregno, celebrato il funerale di Francesco Gervasoni: «Voleva volare in alto»

Tanti amici hanno partecipato alla cerimonia di saluto al giovane, vittima di un tragico incidente in montagna. Don Paolo Confalonieri ha invitato ad affrontare con fede il dolore
Seregno lutto Francesco Gervasoni
La bara bianca di Francesco Gervasoni, all’uscita dal santuario

È stata celebrata lunedì 26 maggio, nel pomeriggio, nel santuario di Santa Valeria a Seregno, la cerimonia funebre di Francesco Gervasoni, il ventottenne residente nel quartiere, vittima venerdì 23 maggio di un tragico incidente, mentre stava praticando scialpinismo sul Monte Rosa, scendendo dalla Capanna Margherita lungo il versante orientale del canalone Marinelli. Il filo conduttore delle esequie è stata l’emozione, non solo quella della famiglia, già provata nel 2006 dalla perdita della madre di Gervasoni, il medico Federica Scamazzo, spentasi a soli 43 anni per un male incurabile, ma anche quella dei tanti amici intervenuti.

Lutto: l’omelia di don Paolo Confalonieri

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Francesco Gervasoni

«Non so se riuscirò a trovare le parole giuste -ha spiegato don Paolo Confalonieri, originario del quartiere, nell’omelia della funzione, presieduta dal vicario don Walter Gheno-. Più che di parole, abbiamo bisogno di affetto e consolazione. La bara bianca mi ricorda Francesco da bambino, quando era mio chierichetto su questo altare. Siamo qui per aggrapparci ad una fede fragile e ci poniamo una domanda: Signore, perché?». Il sacerdote, che oggi è responsabile della pastorale giovanile della comunità pastorale San Vincenzo di Cantù ed Intimiano, ha quindi proseguito: «Francesco ha mantenuto la bontà d’animo di quando era ragazzo. Ha studiato tanto, ha costruito una vita piena. Voleva volare in alto. La sua vita, seppur breve, non va persa. Nemmeno la morte cancella l’amore che si è seminato nella vita. Anche se la fede è un dono fragilissimo, che un momento come questo può mettere in crisi, è però la nostra unica risposta a questo dolore che Gesù ci consegna. Siamo certi che adesso Francesco ha riabbracciato dopo tanti anni la sua mamma».

Lutto: la testimonianza di affetto degli amici

In chiesa ed all’esterno, la bara bianca di Francesco Gervasoni è stata accompagnata da molti amici, tutti giovani, che hanno anche preparato alcuni cartelloni, con fotografie che documentano un percorso interrotto troppo presto dall’incidente sul Monte Rosa.

L'autore

Seregnese, classe 1973, lavoro a “Il Cittadino di Monza e Brianza” dal 1998 e mi occupo dei paesi della Brianza Nord. Presidente del Circolo culturale San Giuseppe di Seregno tra il 2013 ed il 2019, ho curato in prima persona o partecipato alla stesura di più di una ventina di pubblicazioni, tutte riguardanti storie o personaggi della città in cui sono cresciuto e vivo.