Maurizio Brambilla va in pensione. Fine notizia. Tutto qui? Magari. Il suo, dopo anni di tentativi, non è un arrivederci stavolta, ma un addio vero e proprio. Definitivo. Dicono. Ed infatti. C’è chi in Consiglio comunale gli ha augurato il riposo eterno confondendo la pensione con una sorte di morte civile. E sono sicuro che per lui lo sia. Qualche altro, magari pensando di fare lo spiritoso, gli ha lanciato un: buona pesca. E solo gli appassionati come lui sanno quanta sfiga possa portare questo augurio.
Conoscendo da una marea di anni (troppi) sono sicuro che in entrambi i casi si sia toccato scaramanticamente. Certo è che Brambilla a fare l’umarel, ce lo vedo poco. È riuscito a “sopravvivere” a sindaci di ogni colore e carattere. E pure, in passato remoto, a qualche presidente “zanza” vero e proprio camminando sulla merda senza sporcarsi le scarpe. Che dire ora che l’articolo è finito. Mah. Magari lo tronco così senza neanche i saluti. Anche perché il suo addio coincide con il giorno del pesce d’ aprile. Che sia una burla? In ogni caso auguri vecchio trombone…