Brugherio – La nuova ordinanza del sindaco di Brugherio è in arrivo e l’ondata di polemiche è dietro l’angolo. In settimana, Maurizio Ronchi emetterà infatti un documento che, pur ricalcando sostanzialmente disposizioni legislative nazionali, tornerà certamente a spaccare in due il parlamentino locale, all’ombra delle rispettive ideologie. La bozza è già pronta e la giunta pare aver già dato l’ok al primo cittadino. Passerà probabilmente agli onori della cronaca con il popolare nome di “ordinanza anti-burqa” perché è pur vero che vieta anche altre forme di travisamento, ma ha come destinatario principe il capo d’abbigliamento femminile, funzionale a coprire gran parte del volto.
Nel documento che verrà ufficializzato si legge il divieto “su tutto il territorio, nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, di indossare capi d’abbigliamento o altri elementi atti a rendere difficoltoso il riconoscimento delle persone”. Non saranno accettati dunque accessori che coprano il viso, dal burqa, al casco da motociclista fuori dal Codice della Strada, visti sostanzialmente come elementi che ostacolano un rapporto normale tra persone.
«Vorrei fosse chiaro – ha precisato Ronchi – che l’obiettivo di questa mia ordinanza è quello di compiere un atto di tutela della sicurezza della città. E’ questa l’ottica in cui si inserisce questo provvedimento come gli altri che la sinistra ha strumentalizzato ma che hanno la loro ragione di esistere». Ronchi si riferisce in particolare a una recente ordinanza che impone un tetto minimo di reddito agli extracomunitari che vogliano diventare residenti di Brugherio. La questione è nota ma non è ancora conclusa per via di un parere del prefetto che l’amministrazione ancora attende per poter emanare l’ordinanza.
«E’ tutto collegato – ha detto il sindaco – io voglio che chi si stabilisce a Brugherio possa mantenersi. Senza uno stipendio il rischio di delinquenza è alto. Anche la scelta di riportare all’interno del Comune la gestione dello sportello stranieri va in questo senso: l’accordo tra il ministro Maroni e l’Anci prevede che in futuro siano l’anagrafe e l’Urp a gestire le pratiche per i permessi di soggiorno. E io condivido, perché così un’amministrazione ha tutto sotto controllo». Valeria Pinoia