Roberto Gallon marcia per la pace«In Terrasanta per una speranza»

Roberto Gallon marcia per la pace«In Terrasanta per una speranza»

Brugherio – Ultima tappa Gerico: si è conclusa oggi (venerdì) in Cisgiordania la marcia della pace che, a partire da sabato 10, ha toccato alcune località palestinesi e israeliane duramente colpite dalla guerra. Tra i quattrocento volontari italiani che quest’anno, in occasione della prima conferenza internazionale sul ruolo dell’Europa in Medio Oriente, hanno trasferito in Terrasanta la tradizionale Perugia-Assisi, c’era il brugherese Roberto Gallon: «Dalla nostra base di Betlemme ci siamo spostati in pullman – spiega – abbiamo incontrato delegazioni di donne arabe, gruppi di israeliani, gli amministratori di Gerusalemme e altre autorità. Siamo stati nei campi profughi e nei luoghi in cui, anche recentemente, sono avvenuti gli scontri tra le due popolazioni. Ora la situazione è tranquilla, ma nei nostri trasferimenti abbiamo dovuto superare continui posti di blocco».

Proprio le difficoltà di comunicazione tra Palestina e Israele rendono impossibile la vita ai civili: «Da certe zone è difficilissimo uscire anche per andare a lavorare – precisa il brugherese – Nablus, all’apparenza, è una città normale. Il fatto però che sia circondata da colline dominate dagli israeliani fa sentire i suoi abitanti continuamente sotto assedio».

I pacifisti, divisi a gruppi, hanno visitato diverse realtà a Hebron, Haifa, Ramallah, Nablus, Gaza, Gerusalemme, Gerico e si sono confrontati con le autorità, i sindacati, le associazioni di volontariato, gli insegnanti, gli studenti. E hanno donato materiale didattico agli alunni delle scuole della striscia di Gaza, i più colpiti dalla guerra. Durante l’intero tragitto hanno portato la loro solidarietà a chi, da entrambe le parti, soffre per il conflitto mai sopito e che rischia continuamente di riesplodere.

«Nelle nostre tappe abbiamo cercato di ascoltare tutti per comprendere le loro condizioni quotidiane e capire cosa può fare l’Unione europea per risolvere i problemi del Medio Oriente – aggiunge Gallon – sappiamo che le posizioni sono ormai radicalizzate e che, spesso, manca la volontà di porre fine alla guerra». Proprio questo era l’obiettivo della marcia: scovare una soluzione alternativa alla violenza dove altri non la vedono. Più volte, nei giorni scorsi, i partecipanti alla marcia hanno affermato che la via della pace e la sconfitta del terrorismo passano dall’Europa. I volontari della Tavola della pace tornano in Italia con una speranza: ovunque sono stati accolti cordialmente e nessuno ha rifiutato le loro parole. E questo può rappresentare l’inizio di un cammino lungo e faticoso.
Monica Bonalumi