Monza – Avevano il marchio CE, ma invece che indicare la conformità dei prodotti alle norme della comunità europea, stava per “China Export”. Questa è altre irregolarità sono state scoperte dagli agenti del reparto interventi speciali e della sezione Annonaria della polizia locale in un bazar gestito da una immigrata cinese regolare di 35 anni, in una zona periferica della città. L’operazione condotta dai ghisa, coordinata dal commissario agiunto Stefano Cosola e dall’ispettore Adolfo Panigada, è stata condotta martedì alle dieci del mattino, ed ha portato al sequestro di circa 1500 pezzi (anche se la stima non è ancora stata completata del tutto) in un bazar (non è stato riferito quale) che vende anche abiti e altri prodotti su cui non ci sono irregolarità. Principalmente due le infrazioni rilevate. Quella della mancanza o della contraffazione del marchio Ce, un illecito di natura penale di competenza del giudice di pace, e quello relativo alla mancanza di qualsiasi indicazione in lingua italiana relativamente alle avvertenze e alle caratteristiche dei prodotti. Una violazione, quest’ultima che comporta sequestro e sanzione di natura amministrativa.
Ammonta a 6440 ero (a cui andrà aggiunta quella eventuale pronunciata in sede penale) la sanzione complessiva contestata alla titolare, una 35enne cinese residente a Milano, che conduceva l’esercizio commerciale assieme alla figlia. Sotto sequestro sono finiti anche una serie di puntatori laser e di “yo yo” ad acqua, dei pupazzetti ‘profumati’, gommosi ed elastici, considerati ai sensi di un decreto legge emanato tre anni fa nocivi per la salute. Gli yo-yo, in paricolare contengono acqua potenzialmente batterica, perché di provenienza sconosciuta. Ma anche delle semplici bambole di stoffa nascondevano insidie per i più piccoli, visto che i loro abitini perdevano pezzi facilmente ingeribili dai bimbi. Trovati inoltre pistole prive del tappo rosso, grossi e rozzi modellini di auto formula uno e altri ancora. Tutti prodotti in vendita tra le cosiddette “cineserie” a prezzi stracciati, da 5 euro e 9° per una bambola, a 2 euro e 90 per un piccolo puntatore laser. Difficile anche per un compratore mediamente attento, distinguere tra il marchio CE regolamentare e quello apposto nel bazar monzese perquisito l’altro giorno dalla polizia locale.
“Questo periodo, a ridosso delle festività natalizie, spinge molti consumatori all’aquisto- ha detto il comandante dei vigili Silvio Scotti- il momento economico sfavorevole induce poi a cercare il risparmio a tutti costi, per cui questo tipo di interventi non sono casuali, e non si limiteranno certo a quello di martedì”. Soddisfazione espressa da parte dell’assessore alla polizia locale Massimiliano Romeo: “sono operazioni che fanno piacere anche agli operatori del settore, perché contrastano quel mercato nocivo, che si basa sulla concorrenza sleale, introducendo prodotti a basso costo e per di più, come in questo caso, anche potenzialmente insicuri per la salute dei più piccoli”.
f. ber.