Monza – Alle infiltrazioni delle organizzazioni criminali nel tessuto politico, economico e sociale della Lombardia è stata dedicata l’orazione civile di Roberto Saviano a “Vieni via con me”, il programma di Raitre – condotto con Fabio Fazio – che lunedì sera ha registrato oltre nove milioni di spettatori. Inevitabile il riferimento all’operazione “Infinito” che, lo scorso luglio, ha spalancato le porte del carcere a oltre 300 persone, una cinquantina solo nel nostro territorio. È partito dal Quattrocento, Saviano, per parlare di ‘ndrangheta. Dalla leggenda dei tre cavalieri fuggiti dalla Spagna per aver lavato con il sangue l’onta dello stupro di una loro sorella. Osso, Mastrosso e Carcagnosso si rifugiarono sull’isola di Favignana, da dove fondarono il cosiddetto “Codice dell’onorata società”, la base dell’ideologia mafiosa, ordinata su «gerarchie e stipendi, regole e disciplina». Un immaginario sancito dalla riproduzione di un rito, una sorta di formula battesimale – in studio recitata da Antonio Albanese – che ha fornito il destro per un’escursione nell’attualità, quella in cui «la ‘ndrangheta al nord interloquisce con la politica – ha sottolineato l’autore di “Gomorra” -. Sono i soldi legali che irrorano questo territorio, è qui che il fenomeno deve essere contrastato ». Contrastare le organizzazioni criminali «è fondamentale – ha aggiunto – ma ci sono leggi che possono favorirle: con lo scudo fiscale, per esempio, il rischio è che siano i loro capitali a tornare in Italia». Saviano ha anche spiegato che la ‘ndrangheta al nord vuole contare più che al sud. Ha parlato del boss Carmelo Novella, ucciso da due sicari a San Vittore Olona (si ritiene che uno dei due sia un appartenente al “locale” di Giussano) perchè voleva fondare un centro separato della ‘ndrangheta a Milano. Ha raccontato dell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano e svolta, nella nostra zona, dai carabinieri del gruppo di Monza, del clamoroso summit mafioso al centro “Falcone e Borsellino” di Paderno Dugnano. E ha introdotto la figura di Pino Neri, avvocato pavese che avrebbe avuto il compito di fare da tramite tra nord e sud. Saviano ha anche affacciato un certo ruolo della Lega Nord per quello che riguarda gli affari che la ‘ndrangheta cerca di fare sia nell’ambito della sanità che in quello delle grandi costruzioni. Ha parlato di come Neri avrebbe avvicinato un consigliere regionale della Lega non ha fatto nomi e ha precisato che il consigliere non è indagato). Affermazioni che non hanno mancato di creare discussioni nel mondo politico ma comunque non nuove, perchè si riferiscono ad atti d’indagine già resi pubblici negli ultimi mesi. Lo scrittore ha poi concluso il suo monologo con un messaggio di ottimismo e di speranza. «In realtà – ha detto – non è tutto scuro, il fatto che stasera ne stiamo parlando è già un miracolo. Una delle cose che le organizzazioni temono di più è l’agire da uomini, il non piegarsi. Nel momento in cui ognuno di noi non fa il male, sta facendo arretrare loro e sta forse sognando un’Italia diversa».
Antonella Crippa
Saviano su Raitre raccontala “nostra” ‘ndrangheta