Concorezzo – «Siamo assediati dalla prostitute e dalla loro sporcizia». È il grido di dolore della frazione di Rancate a Concorezzo. «Ci sono due prostitute di origine africana che stazionano nelle vicinanze della cascina e portano i loro clienti fin sotto le nostre case. Qui la sera non si può uscire. Abbiamo paura». Da qualche tempo le ragazze hanno eletto il loro luogo di lavoro nelle vicinanze di via Massimo D’Azeglio, lungo la provinciale che collega Agrate Brianza a Monza. I cittadini concorezzesi che da lontano vedono il viavai di clienti da tempo provano a segnalare la situazione di degrado alle forze dell’ordine.
«Abbiamo scritto a tutti – dicono – alle autorità della pubblica sicurezza, al comune di Concorezzo e a quello di Agrate. Anche a Monza abbiamo fatto notare cosa stiamo patendo, ma nessuno vuole ascoltarci».
La zona coinvolta è quella compresa tra il Malcantone e il centro direzionale Colleoni. In quella lingua di terra si snodano spiazzi di cemento e anche un distributore. Il tutto, soggetto a poca illuminazione, diviene luogo ottimale affinché si consumino le relazioni occasionali tra le prostitute e i loro clienti. Le situazioni in cui i cittadini di Rancate si sono trovati invischiati sono immaginabili: «Più di una volta siamo usciti di casa e abbiamo trovato all’opera le prostitute proprio davanti al cancello di casa nostra. Poi quando hanno finito hanno gettato i profilattici lì sulla strada».
Se l’attività sessuale non può essere fermata dai singoli concorezzesi, può però provare ad essere arginato il proliferare della spazzatura: «In più di un occasione – assicurano – abbiamo tentato di dire alle ragazze di non gettare i loro strumenti del mestiere ai bordi dei marciapiedi, dove tutti possono passare e dove i bambini prendono lo scuolabus. Ma non c’è stato niente da fare. Hanno fatto orecchie da mercante».
Anzi, sembra che le donne che si prostituiscono in quella porzione di Concorezzo siano vittime di sfruttatori. «Più d’uno di noi – dicono dalla frazione – ha notato che dall’altra parte della strada, verso i parcheggi delle concessionarie d’auto, sosta una Mercedes scura. Sempre presente quando le ragazze lavorano». Questo particolare aggiunge apprensione nei residenti: «Non vorremmo che a fronte delle nostre legittime richieste di pulizia e decoro della cosa pubblica, il protettore si scagli contro di noi o contro i nostri cari». Ma lo stazionare di meretrici non è cosa nuova: «Qualche mese fa c’era un’altra ragazza che lavorava qua. Con lei avevamo anche fatto conoscenza e più di una volta le avevamo parlato. Anche a lei avevamo fatto notare l’inopportunità di lasciare profilattici lungo tutta la via». L’avvertimento in quell’occasione però servì: «Da allora la giovane non ha fatto più trovare in giro alcunché. Adesso invece il nostro calvario è ricominciato ».
Lorenzo Merignati