Seregno – Da quando le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Monza sono diventate di dominio pubblico, l’argomento principe del chiacchiericcio seregnese è costituito dalla villa in via Locatelli di proprietà di Laura Ponzoni, sorella di Massimo, e di suo marito Argentino Cocozza. Un edificio, quest’ultimo, finito fin da subito sotto la luce dei riflettori della curiosità dei residenti nel circondario, molti dei quali erano inizialmente convinti che sul posto, viste le dimensioni, si stesse costruendo non un’abitazione privata, bensì addirittura un agriturismo.
Realizzata con una progettazione di taglio moderno, interamente dipinta di un bianco che ben si accompagna con le tinte del sottotetto ligneo visibile anche dalla strada, sebbene a fare da schermo parziale vi sia un’altra unità più piccola, la villa è oggi motivo di interesse non tanto per la favolosa piscina climatizzata che secondo i bene informati ospiterebbe, quanto perché il tam tam politico indica che il terreno su cui sorge sarebbe di proprietà dell’Ospedale Maggiore di Milano, che l’avrebbe concesso in comodato d’uso per un periodo di novantanove anni.
Già, ma perché? Se questa circostanza non fosse un semplice pettegolezzo, la domanda risulterebbe inevitabile: perché un ente pubblico avrebbe concesso in comodato d’uso un appezzamento residenziale, peraltro uno dei pochi rimasti sul territorio di Seregno, ad una famiglia che, senza voler fare i conti in tasca a nessuno, avrebbe potuto tranquillamente comperarlo? Evitando la dietrologia, la mente di chi in questi anni ha seguito le vicende urbanistiche locali è corsa immediatamente in via Foinera, dove proprio l’Ospedale Maggiore di Milano è titolare di un lotto, di cui giusto sei anni fa ha chiesto la trasformazione in edificabile e che avrebbe dovuto accogliere, insieme ad alcune aree circostanti, uno degli interventi più contestati contenuti nella prima bozza del Piano di governo del territorio, quella protocollata nell’agosto del 2009 e che ora sembra nessuno abbia visto, autorizzato o anche solo preso in mano di sfuggita: lì, per intendersi, avrebbe dovuto essere realizzato un comparto con oltre un centinaio di appartamenti, oggetto di un esposto che non ha mancato di attirare l’attenzione della Procura della Repubblica di Monza.
Impossibile, con questa premessa, non fare un collegamento, anche se il compito di chiarire eventuali profili di illegittimità spetta solo alla magistratura.
P. Col.