Desio – “Non sei adeguata”. A dirlo, ad una giovane donna desiana, è stato il suo capo. E lei ha cominciato a porsi dubbi e interrogativi. “A cosa si riferiva? Abbigliamento? Capelli? Colore? Portamento?”. Dopo qualche discussione, ha capito che il “problema” erano i capelli, soprattutto dopo che ha cambiato acconciatura. E ha ceduto. E’ andata dal parrucchiere. Per farsi un’acconciatura “adeguata”. Come voleva il suo capo, responsabile di un’azienda. “Più che criticata, mi sento attaccata personalmente e non riconosciuta professionalmente”, dice la desiana, con una laurea e 15 anni di esperienza alle spalle.
Nel 2012 succede anche questo. A pochi giorni dalla festa della donna e tutte le iniziative sull’emancipazione dell’universo femminile. La desiana, che per evitare di perdere il lavoro vuole rimanere anonima, racconta la sua esperienza: “Un mesetto fa ho cambiato acconciatura. Prima il mio capo non mi aveva mai detto nulla. Sono due anni e mezzo che lavoro con lui”. Il suo lavoro consiste anche nel partecipare a riunioni istituzionali. “Rappresento l’azienda e sono sempre a contatto con persone. E infatti condivido il senso del suo commento. Ho cercato di digerire lo smacco e di capire a cosa si riferisse”.
La donna, specifica, non ha mai avuto un abbigliamento “trasandato”. “Mi sono sempre vestita in modo adeguato, non sono una barbona. L’abbigliamento fa ancora il monaco, lo capisco. Quello che non capisco è l’impossibilità di trovare una soluzione. Perché il problema emerge solo oggi? Devo farmi la piega ? Ne sarei felice anch’io. Ma la fattura la paga il capo. Devo cambiare abbigliamento? Non ho portamento? Ci sono i corsi. Perché non farmeli fare? Sono disponibile a cambiare la mia immagine, se significa essere riconosciuta a livello professionale e personale”.