Tre morti e 176 feriti, diciassette in condizioni critiche. È l’ultimo bilancio dell’attentato alla maratona di Boston, lunedì intorno alle 21 italiane. Quando ancora molti concorrenti stavano transitando sul traguardo. Tra loro anche dei brianzoli (leggi la notizia). Due esplosioni provocate da bombe rudimentali costruite con pentole a pressione riempite con cuscinetti a sfera e chiodi. È questa la ricostruzione degli investigatori dell’Fbi, che ancora però non hanno informato né di sospettati credibili né di possibili moventi.
Tutte giovani le vittime. Dopo il bambino di otto anni, Martin Richard che stava aspettando il papà al traguardo, e una ragazza di 29 anni, Krystle Campbell, è stata identificata anche una giovane di origine cinese, studentessa a Boston. La famiglia aveva chiesto che non fosse rivelata l’identità, ma alcuni canali d’informazione di Honk Kong hanno riferito le informazioni in loro possesso.
«Non sappiamo se l’attentato è opera di un’organizzazione o di un individuo o più di un individuo. Continuare a parlarne sarebbe fare solo delle speculazioni», aveva detto il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, nel secondo messaggio alla Nazione il giorno dopo l’attentato.
«Siamo all’inizio dell’indagine e ci vorrà tempo per seguire tutte le piste e capire cosa è successo. Ma quello che posso assicurarvi e che lo scopriremo e lo porteremo davanti alla giustizia. Quello che è venuto fuori dai fatti di lunedì è anche che gli americani si rifiutano di essere terrorizzati. Il messaggio che è arrivato è di amore, generosità. Tutti sono stati pronti a dare una mano, chi ha dato un primo soccorso alle vittime, chi si è recato in ospedale per donare il sangue. Ci sono uomini e donne che continuano ad occuparsi dei malati anche se sono ricoverati nei migliori ospedali del mondo che si trovano a Boston. Le chiese hanno aperto le porte per dare un conforto; anche i cittadini hanno aperto quelle delle proprie case: il Paese ha risposto in maniera generosa, senza paura ed egoismi».
E poi l’appello alla collaborazione: sia il presidente Obama sia le forze dell’ordine hanno chiesto alla cittadinanza di Boston di aiutare le indagini fornendo foto e video.
La solidarietà alle vittime e alla città di Boston si è manifestata anche su Twitter: l’hashtag #WeContinue2Run è stato rilanciato dal calciatore Alessandro Del Piero e invita a continuare a correre. Oltre la paura.