Il tribunale di Monza ha respinto la richiesta di concordato preventivo della Sadas, l’azienda sevesina si avvia ora verso il fallimento. Un gruppo di ex dipendenti della società concessionaria della Despar, dopo avere appreso la notizia si è riuniti davanti alla sede della storica azienda in via Socrate a Baruccana. L’idea era quella di poter interloquire con l’amministratore delegato Marco Orsenigo e nel caso inscenare una protesta pacifica.
Gli ex dipendenti, dopo avere appreso del rifiuto da parte del tribunale, che non ha accolto il concordato, sono ora preoccupati per ciò che riguarda quanto ancora spetterebbe loro di Tfr e spettanze varie. Il prossimo 10 giugno, infatti, il tribunale di Monza potrebbe dichiarare il fallimento della società e nominare un curatore fallimentare che dovrà trovare il modo di liquidare i debiti accumulati dall’azienda. Il concordato sarebbe saltato perché il piano finanziario presentato dalla società non starebbe in piedi.
In caso di fallimento i dipendenti diventeranno creditori privilegiati: «Il nostro timore è sapere quando verremo liquidati. Potrebbero passare anche due o tre anni – raccontano alcuni lavoratori – Chi tra noi ha trovato un’altra occupazione può aspettare, ma gli altri no perché anche il periodo di mobilità scadrà e la sua erogazione sarà ridimensionata». La Sadas nell’agosto del 2012 ha messo in cassa Integrazione 109 dipendenti, poi licenziati. Con loro era stato anche sottoscritto un accordo sindacale che dopo i primi mesi è andato in fumo. Solo i dipendenti vanterebbero un credito di circa 2milioni di euro, poi ci sarebbero da ripianare anche i debiti con fornitori e le banche, circa 40 milioni. Nel frattempo è stata aperta una nuova società, la Gima.