Processo Carate nostra 2, Antonino Brambilla condannato a 4 anni

Aggiornamento 8 Novembre 2016 Processo Carate Nostra bis: assolto Antonino BrambillaPer l’ex capogruppo Pdl di Carate Brianza ed ex assessore provinciale quattro anni di condanna e confisca di 170mila euro: questo dice la sentenza di primo grado del tribunale di Monza nei confronti di Antonino Brambilla, già condannato nell’ambito del processo Ponzoni. In Carate nostra 2 condannati anche tre imprenditori.
Processo Carate nostra 2, Antonino Brambilla condannato a 4 anni

Quattro anni di condanna in primo grado per l’ex assessore provinciale e capogruppo Pdl di Carate Brianza Antonino Brambilla: è il processo Carate nostra 2, per il quale venerdì 6 febbraio il tribunale collegiale di Monza presieduto da Silvia Pansini ha pronunciato le sentenze. Condannati per tangenti con pene fino a un anno e otto mesi anche tre imprenditori. Antonino Brambilla, per il quale è stato disposta anche la confisca di 170mila euro, era già stato condannato a cinque anni nel processo Ponzoni.

«In Brianza non c’è metro quadro costruito, sul quale non sia stato pagato il 10% in più: il prezzo delle tangenti»: l’amara considerazione del Pm Donata Costa, pronunciata all’inizio della requisitoria del processo “Carate Nostra 2” una settimana fa, fotografa gli ultimi anni di inchieste condotte dalla magistratura, sul legame tra corruzione ed edilizia non solo a Carate, ma in molti comuni della provincia di Monza.

La vicenda riguarda reati di corruzione in ordine alla trasformazione di aree della città (via Tagliamento, viale Lombardia, via Padova), da agricole in residenziali, dietro il pagamento di tangenti. Imputato principale è Brambilla, già condannato in primo grado nel processo Ponzoni. Se nel primo filone di “Carate Nostra”, inchiesta nata dalle perquisizioni effettuate nell’ufficio dell’imprenditore Paolo Vivacqua, ammazzato a Desio nel novembre 2011, gli imputati erano stati condannati col rito abbreviato, in questa tranche respingono le accuse, scegliendo la via del giudizio ordinario.

«E proprio dall’istruttoria è emerso che Brambilla non ha ricevuto alcuna somma, a partire da quei 150mila euro per togliere il vincolo paesaggistico sull’area di via Tagliamento», aveva detto l’avvocato Ivan Colciago, per la difesa. «Il processo ha dimostrato come le testimonianze siano state contraddittorie. Su questa vicenda hanno parlato in quattro, e tutti dicono una cosa diversa; quando anche il tribunale dovesse riconoscere questa dazione come avvenuta, comunque, sarebbero soldi ricevuti come libero professionista (Brambilla è avvocato molto noto per le sue competenze in materia urbanistica), e non come funzionario pubblico».

Modificato il 6 febbraio 2015 alle 17.15