Claudio Giardiello ha fatto mettere a verbale di essere entrato nel tribunale di Milano con la pistola, quella usata per uccidere il giudice Fernando Ciampi, l’avvocato Lorenzo Claris Appiani e il suo ex socio Giorgio Erba e a tre mesi di distanza i tre vigilantes in servizio quel mattino del 9 aprile al varco di via San Barnaba hanno ricevuto un avviso di garanzia con l’accusa di omicidio colposo.
La notifica è avvenuta da parte della Procura di Brescia, competente sul caso, che contesta l’accusa a una guardia armata in servizio e ad altri due vigilantes non armati, dipendenti di due società che si occupano di garantire la sicurezza agli ingressi del Palazzo di giustizia di Milano. I tre avrebbero causato «per colpa», ossia per negligenza o imprudenza o imperizia, la morte delle tre persone uccise dall’imprenditore di Brugherio riuscito a passare dal metal detector con l’arma senza essere fermato.
Giardiello – il cui avvocato ha raccontato per primo al Cittadino che l’imprenditore in tribunale quella mattina si sarebbe voluto suicidare (LEGGI QUI) – ha dichiarato che la borsa nella quale custodiva la pistola l’avrebbe fatta passare dal dispositivo preposto al controllo degli effetti personali e di non aver preso particolari accorgimenti per nasconderla. Un aspetto, quest’ultimo, in via di accertamento da parte inquirenti e investigatori che vogliono verificare se invece Giardiello non avesse cercato di schermare l’arma affinché non fosse rilevata.