Monza al ballottaggio: Allevi-Maffé, l’apparentamento è ufficiale

Allevi e Maffè apparentati in vista del ballottaggio del 25 giugno che deciderà il nome del prossimo sindaco di Monza. «Molti punti del programma sono simili» dice l’aspirante primo cittadino del centrodestra Dario Allevi. «Decisione locale» dicono entrambi, ma dietro c’è anche altro: Renzi che ha scaricato Alfano e la possibilità di espulsione dalla giunta regionale degli assessori centristi nel caso si fosse realizzato un apparentamento tra Maffè e Scanagatti
Dario Allevi e Pierfranco Maffè
Dario Allevi e Pierfranco Maffè

Tanto tuonò che piovve: Allevi e Maffé si apparentano. «Un matrimonio naturale» lo ha definito Dario Allevi, candidato del centrodestra che contenderà al ballottaggio del 25 giugno lo scettro di primo cittadino di Monza a Roberto Scanagatti, sindaco uscente del centrosinistra. L’apparentamento è con la lista “Monza con Maffè” ed è un ricompattamento del centrodestra con la sua parte centrista. «Siamo molto felici -continua Allevi- Finora questo era l’unico neo della nostra campagna elettorale. Molti punti dei nostri programmi sono simili. È stata, comunque, una decisione presa a livello locale».

In realtà l’ipotizzato apparentamento di Maffé con Scanagatti qualche conseguenza a livello regionale l’avrebbe portata, ad esempio l’espulsione immediata degli assessori centristi dalla giunta regionale guidata da Roberto Maroni. E sulla scelta di Pierfranco Maffè e della sua lista hanno inciso anche le improvvide dichiarazioni di Matteo Renzi che ha scaricato Angelino Alfano. Ora, però, la partita si gioca a Monza.

«Non ho mai contestato Allevi -dice Maffè spiegando le ragioni che lo avevano portato a correre da solo- ma il modo in cui si è giunti alla sua candidatura. In passato con Allevi ho lavorato bene. Nessuno si aspettava un risultato così da parte sua. Da qui parte, comunque, un messaggio nazionale: c’è spazio per il centro all’interno di una coalizione di centrodestra».

Maffè in caso di vittoria farà l’assessore? «Non abbiamo parlato di poltrone» chiosa Allevi che poi stigmatizza un clima di intolleranza, a suo dire, che si è creato nei confronti del centrodestra, con episodi di insofferenza verso chi volantinava per la sua candidatura.