Confcommercio: spostare il coprifuoco cambia poco, a bar e ristorante serve il servizio interno

L’ufficio studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza presenta i numeri di cosa cambia per bar e ristoranti con il coprifuoco allungato e con il servizio all’interno.
I tavolini all’aperto del Bee di Monza
I tavolini all’aperto del Bee di Monza Fabrizio Radaelli

Spostare il coprifuoco? Cambia poco. La vera svolta per la ripresa di bar e ristoranti è il lavoro al chiuso. Lo dice l’analisi dell’ufficio studi di Confcommercio, Milano, Lodi e Monza e Brianza, che ha calcolato l’aumento dei ricavi tra orari di chiusura e modalità di servizio.

In zona gialla, scrive l’associazione di categoria, lo spostamento del coprifuoco alle 23 porterebbe un aumento su base mensile dei ricavi di 18,6 milioni di euro, mentre quello alle 24 si tradurrebbe in 33,6 milioni di euro. Con il servizio anche al chiuso (“in piena sicurezza”) i ricavi maggiori aumenterebbero fino alle 23 a 108,8 milioni di euro, fino alle 24 a 184 milioni di euro. “Cominciare ad allentare il coprifuoco è importante, ma lo slittamento di un’ora o di due ore solo in parte riesce a dare una decisa spinta alla ripresa economica delle attività” scrive Confcommercio. “Oltretutto con il Green Pass, il certificato verde digitale per consentire la circolazione con l’imminente stagione estiva e attrarre il turismo internazionale, non è pensabile avere le attività dell’accoglienza e della ristorazione ancora limitate vietando a bar e ristoranti di utilizzare gli spazi dei locali anche al chiuso”.

A Milano, Monza Brianza e Lodi operano 21mila pubblici esercizi con un volume d’affari complessivo mensile, con l’attuale zona gialla, di 380 milioni di euro: dimezzato rispetto a una situazione senza Covid.